Edison, incontro decisivo a Parigi Edf fa un passo indietro sull’Opa

by Sergio Segio | 27 Ottobre 2011 4:57

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MILANO – Non è proprio quello che si dice un incontro in campo neutro. Per la trattativa decisiva per il passaggio di Edison – il secondo gruppo dell’energia in Italia – sotto la bandiera dei francesi di Edf, il terreno di gioco è quello della sede del colosso transalpino a Parigi.
Ma nonostante giochino fuori casa, i manager delle utility che condividono con Edf il controllo di Edison oggi nella capitale transalpina troveranno un clima più disteso rispetto a un paio di giorni fa. Dopo la proposta choc di lunedì scorso, Edf ha fatto un passo indietro. Almeno su un punto e non proprio irrilevante: il lancio dell’offerta totalitaria sulle azioni di Edison, una volta ottenuto il controllo della società .
Lunedì scorso aveva creato scalpore – oltre a deprimere il titolo in Borsa – il comunicato con cui Edf presentava al mercato la nuova proposta ai soci italiani: una put a tre anni per il 30% di Edison ma senza passare dall’Opa, di cui avrebbe chiesto l’esenzione.
Ieri, con un nuovo comunicato richiesto da Consob Edf ha corretto il tiro. Prima scrivendo che «sulla base delle indicazioni ricevute dai propri legali italiani, Edf ritiene che la modalità  attraverso la quale l’accordo relativo al riassetto societario di Edison verrà  realizzato potrebbe consentire a Edf di richiedere una o più esenzioni» dall’offerta pubblica. Ma subito dopo aggiunge: «Non vi è alcuna garanzia che tale esenzione possa in definitiva essere disponibile».
In effetti, secondo il parere degli esperti sarà  ben difficile che Consob possa evitare ai francesi il lancio di un Opa, in un caso così evidente di “change of control”. Ma il punto è un altro: la prassi vuole che prima di prendersi un impegno con il mercato, la società  che chiede un esonero dall’Opa apra una discussione con Consob. Cosa che non è avvenuta e che ha costretto la Commissione a intervenire.
Sgombrato il campo su questo tema, ora occorre trovare l’accordo tra i soci di Edison. Il dg di A2a Renato Ravanelli e quello di Iren Andrea Viero sono partiti ieri sera per Parigi con l’idea di ripartire dagli accordi che nel marzo scorso erano già  stati raggiunti e poi fermati all’ultimo momento dall’intervento del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Sul piano industriale non dovrebbe essere difficile trovare la quadra. Tutto ruota attorno allo spezzatino di Edipower. Ai francesi le centrali a gas, agli italiani i gruppi idroelettrici, con questi ultimi che potrebbe essere anche gestiti da una joint-venture tra A2a e Iren.
Le parti sono ancora distanti su quella che è stata definita la way out. A marzo, era prevista una put in favore degli italiani solo sul 25% della quota da loro posseduta. Ora i francesi hanno proposto un’opzione a tre anni sul 100%, per una cifra calcolata in base a un meccanismo molto complicato e che comunque si basa sui margini futuri di Edison.
Ottenere una opzione a tre anni consentirebbe alle utility di non iscrivere subito a bilancio la minusvalenza e salvare i bilanci, nonché le cedole per i Comuni che sono soci di controllo. E di questi tempi non è questione da poco.

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