E il candidato Obama corteggia gli italoamericani

by Sergio Segio | 30 Ottobre 2011 7:22

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WASHINGTON — La neve a ottobre è quasi una prima assoluta per Washington, che fino a qualche giorno fa si cullava ancora in un caldo-umido subtropicale. I fiocchi misti a pioggia che cadono sulle zucche, i grandi ragni di peluche e le reti che riempiono i giardini di una Casa Bianca in versione Halloween sono straordinari quanto la visita di Barack Obama al gala annuale della Niaf, la più influente delle associazioni degli italoamericani.
Sempre invitato, il leader democratico non si era mai affacciato nella gigantesca «ballroom» dell’Hilton di Washington, capace di accogliere oltre duemila ospiti per una cena da gourmet. In genere i presidenti, da Clinton a Carter passando per Reagan e i due Bush, partecipano a questa celebrazione annuale dell’orgoglio italoamericano, ma solo alla vigilia degli appuntamenti elettorali. Obama, invece, ha deciso di anticipare di un anno e non si è limitato a una visita di cortesia: ha pronunciato il discorso ufficiale della serata, pieno di riconoscimenti per il contributo dato all’America dalla comunità  italiana e di attestati di amicizia tra i due Paesi. Il presidente è arrivato abbastanza tardi perché prima aveva l’Halloween party per i figli dei veterani di guerra organizzato da Michelle alla Casa Bianca, e non si è fermato a cena. Ma stavolta non ha voluto mancare l’appuntamento.
Per dare un segnale d’attenzione all’Italia dopo che negli ultimi mesi aveva suscitato qualche malumore tagliando fuori il suo premier, Silvio Berlusconi, dalle consultazioni con gli europei sulla Libia e sulla crisi del debito pubblico, ha provato a ipotizzare qualche analista. Ma dalla Casa Bianca fanno notare che normalmente il presidente guarda alle manifestazioni delle varie comunità  etniche alle quali partecipa come ad eventi essenzialmente americani: un omaggio al pluralismo culturale degli Stati Uniti e una testimonianza della ricchezza intellettuale che le varie comunità  garantiscono al Paese.
Poi, certo, l’Italia quest’anno celebra il suo 150esimo anniversario e Obama non aveva potuto recarsi a Roma per i festeggiamenti ai quali lo aveva invitato il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Allora, all’inizio dell’estate, nella Città  Eterna era arrivato il suo vice, Joe Biden. Ma per il presidente, già  in campagna elettorale e con indici di gradimento assai bassi a causa della pesante crisi economica, probabilmente era importante soprattutto cercare di rilanciare il suo rapporto con gli italiani d’America in vista del voto del 2 novembre 2012.
Lo ha fatto in una sala nella quale, per una volta, non c’erano politici italiani. Le presenze di spicco sono state soprattutto quelle di esponenti del mondo produttivo. Joseph Del Raso, presidente della Niaf (National Italian American Foundation) ha, infatti, premiato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia e Santo Versace davanti a una platea affollata di italoamericani di grande peso: da Nancy Pelosi, leader dei democratici alla Camera dei Rappresentanti, al giudice della Corte Suprema Samuel Alito, passando per John Podesta, presidente del Center for American Progress e braccio destro di Bill Clinton.
Dopo l’intervento di Obama, la serata di gala è andata avanti col discorso dell’ambasciatore italiano a Washington Giulio Terzi di Sant’Agata che aveva al suo fianco il collega americano a Roma, David Thorne. Il quale ha promesso il suo appoggio alle iniziative filantropiche lanciate proprio ieri sera all’Hilton per un aiuto americano alle località  liguri delle Cinque Terre colpite dall’alluvione dei giorni scorsi. Gala in smoking preceduto da un cocktail nei saloni attigui alla ballroom trasformati in esposizione del made in Italy, quella di ieri è stata una serata tricolore elegante e popolare al tempo stesso. Orgoglio nazionale e sagra, un’ammiratissima esposizione di Ferrari, Maserati e Lamborghini, gli stand dei grandi marchi della cucina, ma anche quelli delle associazioni degli emigrati, di un cantante che ripercorre il repertorio di Frank Sinatra e perfino della «Bocce Federation of America».

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