Della Valle attacca: adesso finiamola con la classe politica incompetente
Lo ha scritto la notte scorsa a Parigi, dove si trova da un paio di giorni per motivi di lavoro (è fra l’altro consigliere del colosso parigino del lusso Lvmh, Louis Vuitton-Moà«t Hennessy) ma confessa che l’aveva «in pancia» da un po’ di tempo. A dargli la spinta decisiva per una iniziativa così singolare sarebbero stati in particolare alcuni episodi recenti che gli hanno fatto constatare una volta di più «quanto sia deteriorata l’immagine del nostro Paese». Della Valle ha rilasciato in tempi recenti 5-6 interviste a giornali esteri nel corso delle quali sottolinea di aver «faticato, senza riuscirci» a spiegare e difendere il «made in Italy» di oggi, ma non quello industriale, bensì politico.
Nella sua inserzione-appello Della Valle si rivolge così direttamente a «loro», ai politici: «Lo spettacolo indecente e irresponsabile che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo per quanto riguarda la buona parte degli appartenenti a tutti gli schieramenti politici». L’imprenditore quindi non punta il dito solo verso il governo, ma mette sotto accusa con critiche dirette «buona parte» di maggioranza e opposizione. Lo fa, sostiene, perché crede «sia responsabilità di chi ha ruolo e visibilità dire cosa pensa dello stato in cui versa l’Italia».
Sempre ai politici dice: «Il vostro agire attento solo ai piccoli o grandi interessi personali o di partito, trascurando quelli del Paese, ci sta portando al disastro e sta danneggiando irrimediabilmente la reputazione dell’Italia nel mondo. Rendetevi conto che tanti italiani non hanno più nessuna fiducia in molti di Voi e non hanno più nessuna intenzione di farsi rappresentare da una classe politica che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà ». La «grave crisi che ha colpito le economie mondiali, Italia compresa, impone serietà , competenza, senso dello Stato e amore per il Paese»: invece la maggior parte della classe politica è «composta da persone incompetenti e non preparate, senza percezione dei problemi e della gravità del momento».
I toni sono duri e del resto Della Valle ha già dimostrato più volte di non temere (anzi) lo scontro diretto. Non basta solo ricordare le recenti dichiarazioni contro gli «arzilli vecchietti» (poi con precisazioni limitati a uno: Cesare Geronzi), o paragoni acidi con humor (i Romiti come la «famiglia Addams»). Appare oggi ancora più significativo l’episodio di Vicenza del 18 marzo 2006 quando gli industriali riuniti hanno assistito (non da pubblico silente) a uno scontro diretto fra il premier Silvio Berlusconi e Della Valle. Che il giorno successivo si è dimesso dal direttivo di Confindustria.
L’appello non ha secondo Della Valle alcun «retropensiero o ragion politica». Nel senso che non c’è collegamento con il possibile ingresso in politica del presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, promotore della fondazione-associazione Italia Futura. L’imprenditore ha deciso di scrivere questo «grido di dolore sull’Italia», che non può «essere ridicolizzata nel mondo», perché pensa ci sia bisogno di «facce pulite e rispettabili, di persone competenti» (e «ce ne sono, aggiunge, anche nell’attuale maggioranza»). Auspica che le sue parole contribuiscano a un «dibattito serio sulla condizione del Paese», al quale «partecipi chiunque abbia a cuore il futuro del Paese». Per pensare «tutti insieme» a come «uscire da questa difficile, difficilissima situazione». E conclude così il suo appello: «Alla parte migliore della politica e della società civile che si impegnerà a lavorare in questa direzione diremo grazie. A quei politici che si sono invece contraddistinti per la totale mancanza di competenza e di amor proprio per le sorti del Paese saremo sicuramente in molti a voler dire: vergognatevi».
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