Dai cavalli ai quadri, ecco il nuovo redditometro
ROMA – Se sfrecciate con una Ferrari, ma dichiarate al fisco 20 mila euro l’anno, nel vostro rapporto con le tasse probabilmente c’è qualcosa che non va. Ma la strada che porta al sospetto di evasione fiscale è fatta di tanti tasselli: c’è la potenza della macchina con la quale viaggiate, il costo delle scuole privata dove avete iscritto i figli, la frequentazione di circoli e di centri benessere, i consumi di energia, gli eventuali cavalli nella scuderia, i quadri appesi alle pareti di casa, la presenza di colf, i viaggi organizzati, gli asili nido, i corsi di lingua straniera, la beneficenza e anche gli abbonamenti alla pay-tv. Tutto questo e molto altro: cento voci di spesa indicative del tenore di vita di un contribuente sono riassunte nel redditometro, un software ora a disposizione della Agenzie delle Entrate per valutare la congruenza delle spese sostenute con i redditi dichiarati.
Lo strumento serve a bloccare l’evasione e ad indirizzare i controlli, per qualche mese sarà applicato in via sperimentale – con la collaborazione delle categorie – e diventerà operativo l’anno prossimo. Sarà utilizzato a partire dalle dichiarazioni del 2010 (su redditi 2009), ma dal prossimo febbraio sarà disponibile via Internet anche per il singolo contribuente che potrà verificare se il suo tenore di vita vada o meno d’accordo con i redditi che intende dichiarare. Quanto ai controlli del fisco, uno scostamento minimo è ammesso, ma un gap del 20 per cento darà origine a richiesta di spiegazioni (gli esperti consigliano di tutelarsi pagando il più possibile via bancomat e carta di credito) e a un eventuale accertamento.
La procedura è «semplicissima» assicura il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera: il modello matematico in realtà è costruito tenendo conto delle diverse aree geografiche (nord-est, nord-ovest, centro, sud e isole) e composizioni familiari (in base ai numero di figli, monoparentali o meno e considerando anche le età ), tanto da dar vita a 55 diverse «tipologie». Le cento voci di spesa sono suddivise in sette categorie (abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative e cura delle persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti). In pratica si tiene conto delle possibilità di investimento che vanno dal divano nuovo alla barca.
Certo fa un certo effetto constatare che lo strumento viene presentato mentre ancora ferve il dibattito sui possibili dodici condoni, ma va anche detto che il redditometro così concepito dà l’idea della potenzialità dei mezzi sui quali oggi il fisco può contare. I dati forniti dall’Anagrafe tributaria, ma anche le segnalazioni dei Comuni (che secondo quanto previsto dalla manovra d’agosto potranno disporre delle somme recuperate), le segnalazioni dei commercianti per gli acquisti superiori ai 3 mila euro, i controlli sul territorio della Guardia di Finanza e quant’altro. Il potenziale della rete c’è, si tratta di capire quanto investire sui controlli.
I commercianti apprezzano la fase di sperimentazione, ma non gradiscono lo strumento: «E’ lecito chiedersi se si tratta proprio di una decisione necessaria», commenta la Confesercenti, «sarebbe semmai ora di pensare ad un redditometro sugli sprechi pubblici». Per Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, lo strumento va bene «purché non diventi come gli studi di settore: se si tradurrà in accertamento automatico, allora sarà guerra».
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