Cortei vietati per un mese a Roma
ROMA — «Da noi si viene senza casco e a mani libere», dice il leader della Fiom, Maurizio Landini, che per venerdì conta di portare in piazza a Roma i lavoratori del gruppo Fiat, che sciopereranno per otto ore, quelli dell’indotto e gli operai della Fincantieri, al centro dell’altra grande vertenza nazionale. Conta di manifestare e poi spiegare dal palco, col segretario della Cgil, Susanna Camusso, che l’uscita del Lingotto da Confindustria rischia di significare la fine della contrattazione nazionale. Il percorso per la manifestazione però non c’è, tantomeno la piazza di arrivo in cui piantare quel palco.
La Questura non ha per ora autorizzato il corteo: non ci sarà alcun divieto di manifestare — è l’orientamento — ma ai lavoratori della Fiom sarà messa a disposizione una piazza, anziché un itinerario per le vie delle città . Inoltre, il sindaco, Gianni Alemanno, ha firmato ieri un’ordinanza di divieto per un mese di svolgere cortei nel I Municipio, quello del centro storico: possibili solo sit-in e solo in alcune piazze. Al limite, un corteo sarebbe possibile solo lontano dal centro. Immediata la protesta della Cgil, che proprio ieri ha indetto una «grande manifestazione nazionale sul lavoro» in piazza San Giovanni il 3 dicembre. «È un provvedimento sbagliato da ritirare», dice il segretario Susanna Camusso.
L’annuncio della mancata autorizzazione alla Fiom Landini lo lascia alle battute finali di una conferenza stampa (già convocata la scorsa settimana) in cui a lungo ha parlato delle ragioni della protesta indetta dieci giorni fa. La Fiom esige che Fabbrica Italia chiarisca il piano industriale e le proprie intenzioni per il Paese, chiede un piano nazionale per la mobilità e di essere ascoltata in Parlamento. «Abbiamo chiesto di partire da piazza Esedra — ha detto — ma potrebbe esserci solo piazza Esedra, senza il corteo. La Questura non lo ha ancora autorizzato». Eppure «per noi fare il corteo è necessario a maggior ragione dopo quello che è successo sabato. Chi si è organizzato da mesi, lo ha fatto per colpire il nostro diritto a manifestare. Non a caso è stata colpita piazza San Giovanni», luogo simbolo per il sindacato italiano.
Ora si cerca una mediazione tra la Fiom e la Questura per garantire un diritto, nel rispetto di una città segnata dalle devastazioni del 15 ottobre. Le tute blu della Cgil sono pronte ad assicurare il servizio d’ordine in modo che le cose «siano fatte come si deve». Dice il segretario Fiom Giorgio Airaudo che una soluzione va trovata: «Quella di venerdì è solo la prima di una serie di manifestazioni. E l’idea di evitarle per garantire l’ordine pubblico è pericolosissima».
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