Confcommercio: “Recessione a un passo”

by Sergio Segio | 26 Ottobre 2011 5:59

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MILANO – Un Paese che non riesce più a risparmiare. Che ha sempre meno fiducia sulla situazione economica. Dove i consumi sono al palo, sostenuti solo dalla spesa per gli alimentari al supermercato. Dove, non per nulla, hanno chiuso dal 2008 ad oggi 180 negozi al giorno, 230 mila in totale. Un quadro che fa dire alla Confcommercio: «Senza crescita la stagnazione è alle porte, la recessione è dietro l’angolo».
Nemmeno si fossero dati appuntamento, Istat e associazioni di categoria hanno confezionato un bel pacchetto di dati che fotografano – una volta di più – l’urgenza di un intervento che faccia in qualche modo ripartire i consumi e l’economia. L’Istituto centrale di Statistica racconta la stagnazione dei consumi e il conseguente calo di fiducia dei consumatori. Ad agosto, le vendite al dettaglio sono rimaste invariate rispetto al mese di luglio – rivela l’Istat – ma sono in calo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2010. Ancora più indicativo un altro dato: sempre rispetto a luglio, le vendite di prodotti alimentari aumentano dello 0,3% e quello dei prodotti non alimentari diminuiscono dello 0,1%. Una tendenza ancora più evidente anno su anno: rispetto ad agosto 2010, i consumi alimentari salgono dell’1,6%, per i non alimentari scendono dell’1,2%.
«Le famiglie si concentrano sull’essenziale – è il commento del presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli – e rimandano le spese non strettamente necessarie». Navigano a vista, come dimostra l’altro dato fornito ieri sempre dall’Istat: l’indice della fiducia dei consumatori calcolata a ottobre è ai livelli minimi dal luglio 2008. In particolare, è calato soprattutto l’indice che misura il complesso delle attese a breve termine. Ma calano drasticamente anche i giudizi sulla situazione economica della famiglia e le previsioni di risparmio.
Su quest’ultimo punto, l’Istat concorda con i numeri dell’Associazione delle Casse di risparmio. Nell’ultimo anno è diminuito ancora il numero di italiani che è riuscito a risparmiare (dal 36 al 35%). E per far fronte alla crisi, un italiano su tre è stato costretto a indebitarsi o attingere ai risparmi. Per non dire che sono gli italiani nel pieno dell’età  lavorativa – tra i 31 e i 64 anni – a confessare più degli altri la difficoltà  a risparmiare.
Non sorprende quindi che ieri sia stato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, a lanciare un grido di dolore per la sua categoria: «È una situazione straordinaria e i nostri associati non ce la fanno più». Una bocciatura nemmeno tanto velata a un governo che non ha fatto la riforma più attesa dai negozianti: «La madre di tutte le riforme è quella fiscale, in Italia la pressione è insostenibile». Ci avevano sperato i commercianti, ora non ci credono più nemmeno loro.

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