Cento violenti identificati con i video

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ROMA — La scritta «Fight the law» (Combatti la legge) campeggia ancora sui muri di via Cavour. Gli slogan tracciati dai teppisti su monumenti, banche, supermercati e negozi sono le ultime tracce degli scontri di sabato che vengono cancellate. Testimonianze di un pomeriggio da incubo, di una battaglia senza precedenti per Roma. Cinque ore nelle quali «c’era il rischio concreto che ci potesse scappare il morto». La considerazione del ministro dell’Interno Roberto Maroni racchiude tutte le paure vissute non solo dai romani, ma anche dai poliziotti, dai carabinieri e dai finanzieri che hanno pagato con 101 feriti (135 è il totale, tre gravi) il loro tributo per un pomeriggio di follia. Quello che è accaduto al G8 di Genova non si è ripetuto, ma ora Maroni vuole «che gli autori di queste violenze, veri e propri criminali, paghino in modo esemplare. Ciò che è successo – aggiunge il ministro – è un fatto di inaudita gravità  che va condannato da tutti, senza esitazioni. Il peggio è stato evitato solo grazie a una gestione equilibrata dell’ordine pubblico». Maroni, che domani illustrerà  in Senato «le iniziative per evitare che quanto accaduto possa ripetersi in futuro», chiede che «vengano visionate attentamente le immagini per punire i responsabili delle violenze».

E mentre il capo della polizia Antonio Manganelli sta mettendo a punto una nuova strategia per contrastare e neutralizzare i teppisti in occasione dei cortei, le indagini sui responsabili delle devastazioni di sabato stanno già  dando i primi risultati: un centinaio di giovani, appartenenti alle aree dei centri sociali, dell’antagonismo e agli ambienti anarco-insurrezionalisti, provenienti soprattutto dal Sud e dal Nord Est, sarebbe stato identificato proprio attraverso i video sugli incidenti e sul corteo degli «indignati». In uno, ripreso alla stazione Anagnina, due ore prima della manifestazione, si vedono i teppisti già  mascherati e con i caschi. Toccherà  a polizia e carabinieri accertare le responsabilità  di ognuno di loro. Molti dei «black bloc» sono stati immortalati dagli agenti, altri dai cittadini che hanno poi consegnato spontaneamente agli investigatori i file dei videofonini.

La procura sta cercando di ricostruire una mappa degli incidenti per individuare un’eventuale strategia complessiva. Una regia unica che ha guidato i teppisti, prima a via Cavour, poi in via Labicana, a San Giovanni e in via Merulana. C’è il sospetto che il piano prevedesse un’esplosione di violenza anche nel centro storico: borsoni pieni di armi improprie e ordigni sono stati trovati perfino a piazza di Spagna. Oggi il procuratore aggiunto Pietro Saviotti e il pm Marcello Monteleone inoltreranno al gip la richiesta di convalida degli arresti dei 12 giovani bloccati sabato. Si tratta di nove ragazzi e tre ragazze, mentre i denunciati sono otto (sei dei quali minorenni). Per tutti l’accusa è resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale (interrogatori di garanzia entro mercoledì), ma la loro posizione sarà  analizzata caso per caso, per contestare eventualmente anche i reati di devastazione, danneggiamento, incendio doloso e lesioni. Esclusa l’aggravante terrorismo, l’altra fattispecie in ballo è il tentato omicidio per chi ha assaltato il blindato con due carabinieri a bordo.

«Sono vivo per miracolo – racconta Fabio T., 31 anni, l’autista del furgone dell’Arma – per fortuna avevo il casco, altrimenti sarei morto. Di manifestazioni ne ho fatte tante, ma una cosa come questa non l’avevo mai vista prima. Sono riusciti a spaccarmi uno specchietto – aggiunge il militare, medicato in ospedale per la frattura del naso e altre ferite – non riuscivo più ad andare nè avanti nè indietro. Di quello che è successo dopo non ricordo molto, so solo che sono scappato via».

Il carabiniere è il simbolo di una giornata drammatica, la sua foto mentre scende dal blindato con il volto insanguinato è sui giornali e sui siti internet di tutto il mondo. Come del resto le immagini di una Capitale stravolta dai teppisti: i danni, secondo una prima stima complessiva di beni pubblici e privati, ammonta a circa cinque milioni di euro. «Ancora una volta Roma si costituirà  parte civile – annuncia il sindaco Gianni Alemanno – non solo per i danni materiali, ma anche per quelli morali. Chiederemo aiuto al governo. Nessuno sarà  abbandonato, saremo al fianco di tutti».

Ma il sindaco chiede anche il pugno di ferro con gli arrestati: «Non ci sono state azioni preventive perché in giro c’è troppo buonismo: quanto si sarebbe protestato? Invece bisogna colpire questi animali con l’adeguata durezza. Il primo segnale è che restino in galera: che non accada come l’anno scorso quando il giorno dopo gli scontri gli arrestati sono stati subito rilasciati».


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