Bruxelles «accoglie e apprezza» le misure presentate dall’Italia
BRUXELLES — Il vertice dei 17 capi di Stato e di governo dell’Eurogruppo apprezza gli impegni presentati dal premier Silvio Berlusconi per garantire che l’Italia ridurrà il suo enorme debito pubblico ed eviterà il contagio della crisi della Grecia. «Accogliamo con favore i programmi dell’Italia per le riforme strutturali finalizzate a rafforzare la crescita e per la strategia di consolidamento fiscale, così come delineate nella lettera inviata ai presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea», si legge nella bozza delle conclusioni del summit.
Aumento dell’età pensionabile a 67 anni per uomini e donne dal 2026, possibilità di licenziare i dipendenti a tempo indeterminato per le imprese in difficoltà economiche, mobilità obbligatoria per gli statali, liberalizzazioni delle professioni, vendita di beni pubblici per 5 miliardi annui nel prossimo triennio, riduzione dei costi della politica e della pubblica amministrazione con misure che vanno dal taglio «significativo» del numero dei parlamentari fino alla soppressione delle Province. Sono queste alcune delle misure contenute nella lettera di Berlusconi di 17 pagine, arrivata nel pomeriggio ai presidenti del Consiglio Ue, il belga Herman Van Rompuy, e della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso. Berlusconi ne ha poi parlato a Bruxelles con entrambi prima dell’inizio del vertice a 27 Stati.
Il caso del maxi debito pubblico italiano era in agenda nel successivo Eurogruppo, che si è protratto nella notte. Gli impegni di Berlusconi sul risanamento dei conti pubblici erano attesi per poter procedere alla già difficile trattativa sul pacchetto di salvataggio della Grecia e del sistema bancario esposto nei Paesi a rischio. Un caso Italia poteva far saltare tutto perché avrebbe imposto di riparametrare molto al rialzo gli aiuti studiati sul debito di Atene, che è di circa 340 miliardi (contro i 1.900 di Roma).
Berlusconi ha annunciato tagli in stile Grecia accompagnandoli con interventi per la crescita. Nella lettera diffusa durante i lavori spuntano alcune scadenze precise richieste da Bruxelles: entro due mesi la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e alle attività economiche, entro quattro mesi nuove regole per favorire «il dinamismo delle imprese» e lanciare il progetto Eurosud per il Mezzogiorno, entro sei mesi misure per rafforzare l’istruzione, entro otto mesi nuove riforme del mercato del lavoro.
Il capo del governo ha inserito molti interventi specifici da tempo sollecitati dall’Ue. Si va da piani per l’occupazione giovanile e delle donne all’apertura degli ordini professionali, dallo snellimento della burocrazia e delle controversie civili all’obbligo costituzionale del pareggio di bilancio, fino a una commissione per la riduzione del debito pubblico. Berlusconi non ha voluto comunque rischiare una clamorosa bocciatura. E nella lettera si è impegnato ad attuare ulteriori misure qualora quelle annunciate non fossero considerate sufficienti. L’Eurogruppo ha invitato ora l’Italia a «presentare urgentemente un ambizioso calendario per queste riforme», facendo intuire dubbi sulla capacità del governo di varare tutti gli interventi promessi. I tagli sulle pensioni e agli statali o i licenziamenti più facili possono generare tensioni sociali, già verificatesi in Grecia per le misure di austerità dell’Ue. Il passaggio dalle promesse ai fatti sarà monitorato dalla Commissione europea e dagli Eurogruppo/Ecofin.
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