by Sergio Segio | 5 Ottobre 2011 6:06
MILANO – Un consiglio tutto sommato breve ieri alla Bpm ha preso atto che la banca ha «avviato una verifica interna relativa agli avanzamenti di carriera interni avvenuti nel corso degli ultimi cinque anni», mentre cda e direzione generale hanno «fermamente» negato di «essere mai stati a conoscenza dell’esistenza del documento» che individuava per i sindacalisti avanzamenti e promozioni.
Sul punto, le minoranze hanno chiesto un cda straordinario, fissato martedì 11. Ben prima, forse oggi, potrebbe invece essere presentata la lista degli Amici per il futuro consiglio di sorveglianza. La messa a punto dei nomi sarebbe fatta al 95%: il presidente potrebbe essere Marcello Priori, ora consigliere di Bpm, eletto a suo tempo in quota Fabi, ma non è escluso che dalla rosa dei nomi spunti Carlo Salvatori. Del tutto fuori partita dovrebbe invece essere Massimo Ponzellini, per quanto oggi la confusione e le tensioni regnino sovrane nel gruppo di Piazza Meda. Due sigle nazionali – Fabi e Fiba – hanno sconfessato una lista presentata da Amici mentre Fisac tramite il segretario nazionale Agostino Megale ha bocciato l’alleanza Amici-Bonomi e ha sottolineato che «non verrà appoggiata o sostenuta da noi, a tutti i livelli, nessuna lista presentata dall’associazione degli Amici Bpm se realizzata in accordo e con conseguente spartizione di posti con investitori finanziari». Lo scenario più probabile è che Fiba e Fabi presentino a loro volta una lista, mentre studiano le mosse le altre minoranze (i soci non dipendenti e i pensionati). Il cda di ieri ha poi iscritto a libro soci Dante Razzano, Davide Croff e Umberto Bocchino, la squadra che dovrebbe costituire il consiglio di gestione nell’ipotesi-Bonomi, il cui ingresso nell’azionariato è caldeggiato dagli Amici.
Ma in realtà si sta parlando di elezioni e liste per un sistema, il duale, che non ha ancora l’ok di Banktialia. Oggi Ponzellini sarà in via Nazionale, ed è possibile che riceva lumi sulla governance. Ieri il cda ha infine sciolto i nodi con il Credit Mutuel dentro la Banca di Legnano: al socio francese, insoddisfatto della governance della controllata, è andato un corrispettivo di 100 milioni di euro per il 6,5% di Banca di Legnano, che equivale a una valorizzazione dell’istituto intorno a 1,5 miliardi di euro. Il Credit Mutuel, socio al 5% di Bpm, non ha ancora deciso le modalità di partecipazione all’aumento di capitale: «Stiamo valutando – ha detto ieri Jean Jacques Tamburini – e le nostre riflessioni sono molto legate alla governance di questa banca, che ha bisogno di un cambiamento effettivo e non di facciata».
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