Bpm, in cda il caso “carriere pilotate” strada in salita per Bonomi e Sposito

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MILANO – Finale di settimana effervescente per Bpm. Ieri in Borsa il titolo è salito quasi del 14%: è evidente che il mercato scommette in una prossima composizione del quadro che, tuttavia, al momento sembra in grande evoluzione. E non certo pacifica.
Nell’occhio del ciclone sono finite le sigle sindacali interne, dopo la scoperta di un documento del luglio 2010 che stabiliva percorsi di carriere e promozioni riservate ai rappresentanti dell’associazione Amici. L’esplosione del caso ha portato il presidente della banca, Massimo Ponzellini, ad integrare l’ordine del giorno del cda già  convocato per martedì prossimo, aggiungendo alla voce «comunicazioni del presidente» le questioni relative alle promozioni del personale, seguite da «eventuali delibere conseguenti».
Nel frattempo le sigle interne sono state parzialmente decapitate: l’altro giorno si è dimesso il rappresentante della Fiba, ieri è stata la volta della Fabi, che ha azzerato i vertici locali (si è dimesso Daniele Ginese e a suo posto arriverà  un commissario scelto dalla sede nazionale, Giuliano De Filippis, coadiuvato a livello locale da Francesco Galbusera); i nuovi vertici della Fiba invece verranno nominati mercoledì prossimo. Per il momento non ci sono state mosse analoghe da parte della Fisac e della Uilca. Quest’ultima, nella persona del segretario nazionale Massimo Masi, ha avuto un incontro con il presidente della Bpm, Massimo Ponzellini. «La Uilca si pone a favore dell’ingresso nel capitale della banca di soci istituzionali, che offrano ampie garanzie in termini di investimento e soprattutto si pongano l’indispensabile obiettivo di rilanciare la Bpm» è stato scritto in una nota alla fine dell’incontro. Molti osservatori hanno letto il passaggio, e l’incontro con Ponzellini, come un ulteriore appoggio all’ipotesi di discesa in campo di Andrea Bonomi. Ma in queste ore di grande confusione, lo stesso finanziere sembra avere meno possibilità  di coagulare consenso intorno a sé. Se non altro perché i nomi circolati negli giorni scorsi per il consiglio di gestione avevano il gradimento dei rappresentanti di Fabi e Fiba, che ora non ci sono più.
La strada insomma è quantomeno in salita, mentre sul fronte dell’altro potenziale investitore, Clessidra, si «continua a studiare il dossier, per il momento in modo autonomo rispetto a Bonomi. Però ieri il fondo – già  legato a Bpm – ha smentito, su richiesta della Consob, di aver già  fissato un incontro con Banca d’Italia (anche se non lo ha escluso in un prossimo futuro).
Il faro dell’attenzione continua ad essere proprio su Bankitalia. L’ispezione interna alla Bpm potrebbe concludersi in pochissimi giorni; altrettanto ravvicinato dovrebbe essere il verdetto sul testo del nuovo Statuto. Sempre che l’istituto di sorveglianza ritenga adeguato l’aumento di capitale da 800 milioni.


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