Bpm, gli Amici vogliono la conferma di Chiesa

by Sergio Segio | 26 Ottobre 2011 5:58

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MILANO – Corsa contro il tempo in Bpm per non far saltare l’aumento di capitale da 800 milioni. Dopo la lettera di Banca d’Italia che impone un rinnovamento totale del consiglio di gestione, è già  scontro all’interno della compagine che è uscita vincitrice dall’assemblea. Gli Amici della Bpm, cioè i rappresentanti dei sindacati interni che si oppongono a qualunque rinnovamento nella banca, insistono per mantenere in carica il loro referente, cioè il direttore generale Enzo Chiesa. Anzi, vorrebbero che il consiglio di sorveglianza che dovrebbe riunirsi oggi lo nominasse consigliere delegato pro tempore, cioè fino alla prossima approvazione del bilancio. In cambio, si metterebbe sul piatto a Bankitalia la progressiva uscita dal Cds dei consiglieri che erano presenti nel precedente consiglio, Coppini, Priori, Zefferino, Bianchini. Ma non risulta che la Vigilanza abbia dato alcun parere positivo a questa soluzione. Anzi, i motivi del forte incentivo al rinnovamento derivano proprio dalla condotta poco chiara e trasparente tenuta da Chiesa sull’argomento delle carriere interne pilotate dagli Amici, oltre al mancato rinnovamento del Cds. Un muro contro muro che nella serata di ieri si è tentato di ricomporre negli uffici di Bonomi, alla presenza degli uomini di Mediobanca che in queste ore devono capire se si può andare avanti con l’aumento di capitale oppure no. L’idea alternativa potrebbe essere quella di nominare un nuovo consigliere delegato – si sono fatti i nomi di Pietro Modiano, Carlo Salvatori e Lino Benassi – con Chiesa che mantiene la carica di dg. Ma le banche estere presenti nel consorzio si sono dimostrate più fredde che in precedenza ad andare avanti; per la difficoltà  a presentare sul mercato un nuovo management in tempi così stretti, per il fatto che il rischio Italia è peggiorato e perché a breve potrebbe partire l’aumento di Unicredit, molto appetibile in termini di commissioni. A sentire le banche estere, dunque, uno slittamento è matematico ma Mediobanca sta cercando di ricompattare il tutto e non è escluso che possa decidere di procedere anche con alcune defezioni nel consorzio.
Molto dipenderà  dalle decisioni di oggi del Cds e dall’eventuale nomina di un consiglio di gestione. Intanto, il presidente Filippo Annunziata dovrà  registrare le rinunce di buona parte dei candidati della lista 5 raccolte da Marcello Messori: Massimo Tezzon, Carmine de Robbio, Giovanna Nicodano, Alfredo Malguzzi, Massimo de Felice, Andrea Perrone e Raoul Pisani hanno rifiutato di far parte di un consiglio eletto con molte e gravi irregolarità , da ultima quella che il presidente Massimo Ponzellini non ha letto prima dell’assemblea la lettera pervenuta da Bankitalia e che in pratica azzoppava la corsa delle liste che avevano puntato tutte le carte su Chiesa e sulla continuità  gestionale. La lettura della lettera avrebbe spostato voti a favore di chi puntava sulla discontinuità , cioè la lista Messori, e avrebbe potuto anche mettere a repentaglio il passaggio al sistema duale. Ma Ponzellini si è ben guardato di fare ciò e così nel Cds entreranno per la lista 5 Carlo Dell’Aringa, Mauro Paoloni e Enrico Castoldi, di cui il primo e il terzo erano già  componenti del cda uscente.

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