Berlino fa tremare le Borse Spread ai massimi, 402 punti

by Sergio Segio | 21 Ottobre 2011 7:34

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FRANCOFORTE — Francia e Germania, uscite divise dal supervertice straordinario di Francoforte dell’altro ieri, hanno fatto slittare al più tardi a mercoledì prossimo le decisioni su un accordo complessivo per arginare la crisi del debito e il contagio. Nella tarda serata di ieri, dopo la chiusura dei mercati, un comunicato congiunto franco-tedesco, redatto al termine di una telefonata fra la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. La nota ha messo fine alle incertezze sullo stallo delle trattative rimbalzato dalle capitali europee per tutta la giornata di ieri, che ha affossato le Borse e indebolito l’euro a quota 1,3807. In sostanza, i due capi di Stato hanno convenuto un incontro a due sabato sera per «preparare una risposta globale e ambiziosa». Mentre l’appuntamento di dopodomani a Bruxelles del Consiglio europeo, preceduto oggi dall’Eurogruppo e domani dall’Ecofin, è visto come un vertice preparatorio per discutere i temi caldi sul tappeto. Per il più urgente, quello degli aiuti alla Grecia, attraversata ieri da violente proteste, la nota franco-tedesca ha chiesto l’avvio di negoziati «immediati» con i creditori privati di Atene. Nel frattempo, saranno allo studio «nuove modalità  di intervento» del fondo salva-Stati Efsf, accompagnati da “un piano di rafforzamento dei mezzi propri delle banche europee” e «sull’entrata in vigore della governance economica della zona Euro e sul rafforzamento dell’integrazione economica» dell’area. In serata il presidente Usa Barack Obama ha tenuto una videoconferenza con Merkel, Sarkozy e Cameron, con i quali si è soffermato sugli sviluppi della crisi del debito europea. I quattro hanno deciso di «continuare a consultarsi per preparare il G20 di Cannes agli inizi di novembre».
La speranza di raggiungere un accordo complessivo al vertice di domenica del Consiglio europeo per risolvere la crisi del debito si era via via affievolita nel corso della giornata di ieri. Mentre si erano rincorse prime indiscrezioni su un rinvio del summit di dopodomani, filtrate da Berlino dopo il nulla di fatto raggiunto nel supervertice franco-tedesco, con i capi della Ue, della Bce e del Fmi, a margine della cerimonia del passaggio delle consegne della Bce dal presidente uscente Jean-Claude Trichet al governatore di Bankitalia Mario Draghi. Troppe le divisioni, soprattutto sul potenziamento dell’effetto leva del fondo Efsf. Attuabile, secondo la Germania, attraverso garanzie fra il 20-30% delle nuove emissioni sovrane. Mentre Sarkozy avrebbe insistito sulla trasformazione in banca dell’Efsf, per aumentare la leva degli aiuti ai paesi in difficoltà  attraverso la Bce.
Ma si è scontrato, pare, con il “muro” eretto dalla Cancelliera e dallo stesso Trichet.
Lo scetticismo degli investitori ha affondato le Borse, contribuendo a bruciare complessivamente 97 miliardi alle borse valori, di cui 11 miliardi lasciati sul terreno a Piazza Affari, calata del 3,06%. E Parigi e Londra hanno perso il 2,32% e l’1,21%, mentre Francoforte è retrocessa del 2,42%, anche per la revisione all’1% della crescita prevista dal governo nel 2012. Il pessimismo si è ripercosso anche sugli spread fra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi, salito a 402 punti base, con un rendimento dei Btp oltre il 6%, riavvicinato ai massimi toccati il 5 agosto con il 6,4%. E anche ieri l’Eurotower è intervenuta, a metà  giornata, ricacciando gli spread a quota 386 punti, risalito poi in serata.
Nel frattempo, a Bruxelles sono emerse indiscrezioni su una prima bozza delle conclusioni del vertice di dopodomani, dalla quale è emerso l’orientamento a rendere permanente il «prima possibile» il fondo di salvataggio. Inoltre un documento di lavoro europeo, preparato in vista del vertice, prevede che il fondo possa concedere prestiti «preventivi» fino al 10% del Pil ai Paesi a rischio. E che Spagna e Italia potrebbero ottenere ben 270 miliardi di euro. Intanto una grande incognita rimane la ristrutturazione greca, con i mercati che puntano al fallimento. Tuttavia, nonostante i dubbi del Fmi sulla sostenibilità  dei conti di Atene, gli ispettori della trojka nella loro valutazione suggeriscono di sborsare «il più presto possibile» gli otto miliardi della sesta tranche di aiuti alla Grecia.

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