Acea irrompe nella trattativa Edison “Edipower acquisita illegalmente”

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MILANO – Fino a ora aveva tenuto un ruolo di secondo piano. Comparendo solo come possibile componente di un polo italiano dell’energia. Ma da ieri, anche Acea Roma è un protagonista a tutti gli effetti della trattativa in corso per il futuro di Edison.
In modo del tutto inaspettato, l’utility che gestisce i principali servizi pubblici della capitale ha attaccato Edf, il colosso francese dell’elettricità  che controlla – assieme ad A2a – la società  di Foro Bonaparte. E lo ha fatto rispolverando la vecchia azione legale di cui da qualche anno si erano perse le tracce.
«Acea – si legge nel comunicato ufficiale – ha deciso si esercitare tutte le azioni legali possibili al fine di ottenere da parte di Edf il riconoscimento del danno subito sul mercato elettrico a opera della stessa Edf che, nel 2005, attraverso la controllata Edison, ha acquisito illegalmente, congiuntamente con Aem Milano (ora A2a) la maggioranza di Edipower».
Per quale motivo Acea ha deciso di muoversi proprio ora? E quali sarebbero state le illegalità  commesse da Edf? In realtà , Acea aveva avviato una causa legale, con tanto di esposto all’Antitrust (e denuncia girata anche a governo e parlamento) già  sei anni fa. Perché, secondo la tesi di Acea, Edf avrebbe violato una delle regole del bando di gara per l’assegnazione delle centrali Enel messe in vendita forzosamente dal governo Prodi: la partecipazione di società  controllate da enti pubblici non avrebbe dovuto superare la quota del 30% della società  aggiudicataria per almeno 5 anni. Questo per garantire che i nuovi soggetti potessero consolidarsi nel mercato elettrico, favorendo così la concorrenza.
Invece, sempre secondo le ragioni di Acea, il fatto che Edison, controllata alla pari da Edf (in cui il socio di maggioranza è il governo francese) e dall’allora Aem (per il 51% del comune di Milano) sia diventata proprietaria del 50% di Edipower costituisce una violazione delle regole. Avendo così un vantaggio rispetto ai concorrenti. Una violazione riferita a non più di due anni, visto che l’acquisizione è del 2005 e che nel 2007 è scaduto il limite dei cinque anni. Avvalorata dal fatto che A2a ha definito «transattivamente» con Acea il contenzioso nel marzo dell’anno scorso. Cosa che, invece, Edf non ha fatto, ritenendo che non ci fosse alcuna illegalità  nel suo comportamento.
Il fatto che riparta l’azione in giudizio ha sollevato più di una perplessità  tra gli addetti ai lavori. C’è chi vi ha letto un’azione politica volta a mettere pressione ai francesi, proprio nel momento in cui si sta per chiudere la trattativa per lo spacchettamento di Edison. Fonti vicine ad Acea ammettono che l’iniziativa è collegata alla trattativa, ma la ragione sarebbe un’altra: assicurarsi un accordo con i francesi prima che Edipower venga divisa tra i soci, rendendo ancora più complicato un risarcimento.


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