Vertice Romani-Edf per il controllo Edison le centrali Edipower la chiave dell’accordo
CERNOBBIO – Vigilia di fuoco sul riassetto di Edison, da spartire tra soci italiani e francesi. Domani il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani presenterà al numero uno di Edf, Henri Proglio, il piano bis degli italiani, dopo che il Tesoro aveva congelato l’intesa del marzo scorso. E’ probabile che il “portabandiera” della ragion di Stato italiana chieda una proroga dei patti parasociali tra Delmi e Edf, forse di due mesi, come ha ipotizzato ieri Andrea Viero, dg di Iren (altra municipalizzata che partecipa il gruppo elettrico di Foro Buonaparte). Ma non è scontato che i francesi accetteranno: i contratti sono dalla loro parte, e a Parigi la tentazione di approfittare della debolezza attuale di Palazzo Chigi per annettersi Edison tutta intera senza concessioni al negoziato è crescente. Basterebbe, per Proglio e i suoi, prendere tempo domani e poi fare scadere i patti, il 14 settembre. E a quel punto andare all’asta per aggiudicarsi l’intero gruppo, con buone probabilità di non avere candidati rivali alle buste.
«Non commento le vicende degli azionisti, ma l’incertezza sul riassetto non ferma il lavoro di Edison – ha detto l’ad del gruppo, Bruno Lescoeur, a margine del Workshop Ambrosetti – Sono fiducioso che nelle prossime settimane, mesi, anni Edison continuerà a usare le sue incredibili capacità , già in questo momento di difficoltà sta andando avanti nel business continuando a raccogliere risultati importanti». Per l’ultima tenzone, con gli italiani al riparo del governo che tentano di preservare i nove impianti elettrici della controllata Edipower e i francesi determinati a non farseli sfilare da Edison (di cui avranno l’intero capitale), si preparano nuove trincee. E’ confermata la disponibilità di Acea a entrare in una cordata, che potrebbe pagare i 3 miliardi che vale Edipower, magari insieme alla Cdp. Ma da Cernobbio si levano anche voci scettiche. «Non c’è nulla sul tavolo», ha detto Corrado Passera, ad di Intesa Sanpaolo che è advisor di A2a, società che aggrega gli interessi italiani in Delmi. Non tutti concordanti, come ha ribadito Viero, manager del socio di minoranza di Delmi, Iren: «Abbiamo preso atto che Acea è interessata: è realistico, perché hanno cassa e non hanno asset. Al momento non vedo però questa cordata, è molto difficile. Se poi c’è, ne prenderemo atto e la considereremo». È noto che Iren preferirebbe monetizzare l’investimento in Edison, e che non gradisca la gestione accentrata di A2a del negoziato con i francesi.
Ieri, a Cernobbio, Lescoeur ha avuto una chiacchierata con l’ad di Enel, Fulvio Conti. Enel, con cui i francesi collaborano nel nucleare di terza generazione. Enel non è coinvolta nel riassetto Edison. Un coinvolgimento, teoricamente, potrebbe averlo invece E. on, che come Edipower si aggiudicò una genco ex Enel ma in un mercato in rapida concentrazione potrebbe decidere l’uscita dall’Italia. Ma è difficile che Romani possa garantire gli asset dei tedeschi a Edf, se questa molla la presa su Edipower.
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