by Sergio Segio | 5 Settembre 2011 9:52
In virtù di questo il presidente ha dato mandato al ministro dell’Agricoltura Juan Carlos Loyo di censire e recuperare le “terre inutilizzate” e proseguire con l’esproprio delle terre dello Stato di Lara e Portuguesa, sfruttate da sempre da una multinazionale irlandese Smurfit Kappa (che grazie alle piantagioni di eucalipto produceva carta).
Il leader venezuelano durante un intervento alla televisione di stato ha anche sottolineato uno dei concetti che ha sempre cercato di pubblicizzare: “Terre libere: uomini e donne libere”. “Dobbiamo – ha continuato Chavez – cercare di recuperare fino all’ultimo ettaro ti terra incolta che è ancora nelle mani dei latifondisti e per farlo dovremmo lavorare tutti e tutti insieme” ha concluso Chavez.
Non è una banale mossa politica contro i propri avversari questa. È una decisione ponderata che fa parte di un programma ampio nato dalle esigenze della popolazione. Le carestie che hanno colpito il paese costringono l’amministrazione a cercare soluzioni che limitino o addirittura cancellino le sofferenze della popolazione. Inoltre, secondo uno studio effettuato nel Paese Sudamericano, sembra che negli ultimi dodici anni sia raddoppiata la la richiesta di carne per persona passando da 12 a 24 chilogrammi. Anche per questo le terre possono essere indispensabili per il Venezuela.
Durante l’intervento televisivo Chavez ha anche suggerito agli agricoltori di associarsi allo Stato in imprese miste che garantiscano un funzionamento corretto del settore privato. Non solo. Ha chiesto ai suoi funzionari di fare presto e continuare sulla strada delle nazionalizzazioni di quelle terre che da troppo tempo sono sfruttate dal latifondo.
Su tutte, come detto, la Smurfit Kappa che secondo il presidente avrebbe distrutto tutto il territorio di sua competenza.
“Fino a quando faranno danno alla terra? Questo terreno non è adatto alla coltivazione di eucalipti. Inoltre, hanno prosciugato le sorgenti e anche i corsi d’acqua risentono dello sfruttamento. Fino a quando dovremo sopportare tutto questo?” ha chiesto Chavez al ministro dell’Agricoltura prima di invitarlo a fare presto con le nazionalizzazioni.
In ogni caso, prima di espropriare e nazionalizzare il ministro dovrà relazionarsi ai due governatori e ai dirigenti dell’impresa. Ma la sfida più importante e difficile è quella che riguarda il ricollocamento della forza lavoro che dal settore privato entrerebbe in quello pubblico.
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