Truffa sul terremoto «Io di Palazzo Chigi quei soldi sono miei»

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L’uno ideatore e l’altro vice presidente della Fondazione Abruzzo Solidarietà , una rete di onlus fittizie nata in seno alla curia aquilana. Entrambi devono rispondere di tentata truffa e millantato credito per alcuni progetti, per complessivi 12 milioni di euro, poi ridotti a circa 9. Uno dei quali, da circa 3 milioni e mezzo di euro, finanziato con il cosiddetto Fondo Giovanardi, costituito dopo il terremoto per il sociale. Anche se l’erogazione di denaro è stata bloccata dall’intervento dei carabinieri del Noe che, nel corso di un’altra indagine, circa un anno fa, si sono imbattuti nei vanagloriosi protagonisti dell’inchiesta, che in un’intercettazione si paragonano a quelli del telefilm «Attenti a quei due». E in un’altra ammettono: «Queste sono operazioni corsare, noi incassiamo e poi spariamo». Mentre ieri si sono avvalsi della facoltà  di non rispondere.

Sono 1800 le intercettazioni contenute nell’informativa del Noe allegata alla ordinanza di custodia cautelare. Da lì emergono le vanterie di Traversi su rapporti privilegiati con i sottosegretari alla presidenza del consiglio Gianni Letta e Carlo Giovanardi. Con più interlocutori, ribadisce «i soldi sono i miei perché sono di Palazzo Chigi». L’unica cosa certa è l’appartenenza di Traversi alla presidenza del Consiglio, giacché l’Ente Montagna ne è una diretta emanazione. Sul resto gli stessi investigatori nutrono forti dubbi. E sospettano millanterie per far presa. Dall’appartenenza a logge massoniche, tra cui il Grande Oriente d’Italia, all’aver fatto simili operazioni in terremoti precedenti, come quello del Molise. Indagati anche Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio; Mimmo Srour ex sindaco di Sant’Eusanio Forconese e Nicola Ferrigni, ricercatore Eurispes. E nel mirino anche altre società : «L’Aquila Città  Territorio, Eurispes Abruzzo, Cepia Manlio Germozzi, L’Aquila Ricerche Scarl».


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Lui, lo aveva annunciato: «Mi sento partigiano, sono un partigiano della Costituzione». Era l’ottobre 2011, e sul palco del congresso del Pdci Antonio Ingroia si lasciò andare a questa dichiarazione. Oggi profetica. Almeno per chi ieri lo ha visto cantare «Bella ciao» assieme ai 18 operai della Fiom, assunti nella newco della Fiat a Pomigliano d’Arco su disposizione della Corte d’Appello di Roma.

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