Sotto tiro 8 società  di Finmeccanica Guarguaglini: non mi dimetto

by Sergio Segio | 22 Settembre 2011 6:33

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BARI – La delega per la nuova inchiesta non è ancora stata assegnata. Ma l’indagine di Bari su Gianpaolo Tarantini non è affatto finita. Sulla scrivania dei magistrati ci sono i nomi di otto società  della galassia Finmeccanica o che abitualmente lavorano con la Protezione civile. Società  sulle quali Gianpi e i suoi amici avevano messo le mani. Nel fascicolo sono contenute tutte le intercettazioni telefoniche tra Tarantini e i manager delle società  ai quali arrivava grazie ai buoni uffici del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Fu lui infatti a mettere in contatto Tarantini con Bertolaso e Guarguaglini. Fu il premier a mettere nelle mani dell’allora capo della Protezione civile il depliant del gruppo Intini, di cui Tarantini era consulente. E la posizione di Berlusconi in questo stralcio è la prima delle questioni che i pm dovranno affrontare. Valutando se la sua “mediazione” configuri o meno un reato.
L’indagine di Bari però non sembra allarmare il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini: «Sono preoccupato per Finmeccanica – dice – ma io sono ipertranquillo. A un passo indietro non ci penso nemmeno». Si capirà  invece oggi cosa ha deciso di fare il procuratore di Bari, Antonio Laudati, dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati a Lecce per abuso di ufficio, favoreggiamento e violenza privata. Oggi sarà  ascoltato dal Consiglio superiore della magistratura che ha avviato un fascicolo disciplinare sulla base di un esposto arrivato dal suo ex sostituto, Giuseppe Scelsi. Agli atti ci sono però anche il verbale di altri magistrati e finanzieri, ascoltati in questi mesi dalla procura di Lecce e dalla procura generale di Bari. In particolare il colonnello della Finanza, Salvatore Paglino, che Laudati fece arrestare nel febbraio scorso per una storia di stalking (ai danni per altro di Terry de Nicolò, una delle escort procurate da Tarantini a Berlusconi). Paglino ha esibito una nota riservata nella quale ricorda la circostanza del pranzo con Laudati alla scuola Allievi prima che il procuratore si insediasse, e apre uno squarcio sul profondo conflitto all’interno della Finanza. Racconta inoltre come i vertici del Corpo fossero molto arrabbiati per non essere stati informati di un’indagine così delicata. Nel suo verbale, però, Scelsi racconta di aver dato lui quel tipo di disposizione.
Scelsi fa poi intendere a una spaccatura tra gli altri magistrati del pool, Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia. Tesi che però ieri la stessa Pontassuglia ha respinto sdegnata: «Con il collega Angelillis ho gestito l’intera indagine condividendo ogni scelta sia sotto il profilo investigativo che giuridico. Mai in nessun passaggio della mia deposizione ho messo in discussione l’operato del procuratore Antonio Laudati e quello del collega Ciro Angelills, così come, invece, appare a chi, non leggendo l’intero verbale, si affida a ciò che viene pubblicato».

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