Rinaldini: gli industriali incassano l’intesa di giugno e l’articolo 8

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ROMA – La firma della Cgil «va contro lo statuto dell’organizzazione perché arriva senza la consultazione degli iscritti». Gianni Rinaldini, leader della minoranza congressuale della Cgil, critica duramente la scelta di Susanna Camusso di firmare insieme a Cisl, Uil e Confindustria l’accordo sulla rappresentanza siglato il 28 giugno scorso.
Rinaldini, perché siete contrari?
«Perché con questa firma Bonanni e Confindustria incassano contemporaneamente l’accordo di giugno e l’articolo 8 inserito nella manovra da Sacconi».
Ma sindacati e Confindustria si sono impegnati a non utilizzare quell’articolo per aggirare il divieto di licenziare senza giusta causa. Non è positivo questo?
«Io vedo che con quell’articolo si trasferisce un diritto di ciascun lavoratore, quello di non essere licenziati senza giusta causa, dal lavoratore ai sindacati. Che poi i sindacati decidano di non utilizzare questo nuovo potere non significa che quell’articolo sia accettabile».
Che cosa non vi convince dell’accordo di giugno con Cisl, Uil e Confindustria?
«Soprattutto il fatto che anche in questo caso il potere di decidere è lasciato alla maggioranza dei rappresentanti sindacali e non a tutti i lavoratori interessati. Ci vorrebbe una legge che stabilisce di rendere validi i contratti solo se sono approvati dalla maggioranza dei lavoratori».
Quali iniziative prenderete ora?
«Chiederemo alla commissione statuto di intervenire perché a nostro parere la firma messa senza la consultazione degli iscritti viola le regole di democrazia interna della Cgil».
Chiederete provvedimenti?
«Questa è una scelta che spetta alla commissione. Se accerterà  delle violazioni, deciderà  il da farsi. Certo non ritengo accettabile dire che la consultazione verrà  fatta nelle prossime settimane, a firma avvenuta».


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