“Via quelle intercettazioni sul caso Ruby”

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MILANO – Come nei romanzi di fantascienza, in cui le memorie delle persone vengono manipolate e cambiate. È una cosa simile quella che sta accadendo in Parlamento, dov’è stato chiesto di far «sparire» dall’incombente processo Berlusconi-Ruby ogni telefonata che riguardi il premier accusato di concussione e prostituzione minorile. E pure i tabulati telefonici – l’elenco di chi chiama chi, dove e quando – devono essere inghiottiti dal nulla.
La sortita è dell’altro ieri, le prime polemiche non mancano, ma è leggendo l’elenco del «cancellabile» che si comprende l’iniziativa. Secondo gli avvocati-parlamentari Niccolò Ghedini e Pietro Longo, Silvio Berlusconi deve avere una specie di condono tombale. Trenta e passa infatti sono i nomi del loro elenco: cioè, tutti gli intercettati su richiesta dei pubblici ministeri.
Il Rit, cioè il registro delle intercettazioni telefoniche, ha un numero progressivo. Per capire: 3053/10 è Nicole Minetti, 3188/10 è Emilio Fede, il 3245/10 è Karima El Mahroug detta (da se medesima) Ruby Rubacuori e 3344/10 corrisponde a varie persone sentite nello stesso momento, e cioè Mario Sacco (agenzia Lele Mora) e Daniele Salemi (manager), alle miss Roberta Bonasia e Ambra Battilana, alle show girl Alessandra Sorcinelli e Marysthell Polanco.
In base ai «desiderata» berlusconiani, sparirebbe, tanto per capire, la storia tragica della miss Roberta Bonasia. Con Mora e Fede che brigano prima per farla arrivare di corsa da Torino per una festa con bunga bunga. Con il suggerimento del manager alla «fortunata» di travestirsi da infermiera e «visitare» il premier. Con lei e il fratello che parlano sui «contributi per il negozio» che la sexy infermiera riceve in busta da Berlusconi (che non ha mai pagato le donne, diceva nei videomessaggi) dopo una nottata ad Arcore. E con il fratello che la incita: «Amo’, pensa alla nostra famiglia».
Sparirebbero anche i riscontri su quanto raccontato poi da Ambra su Roberta e sulla festa «allucinante» alle quali l’aveva portata Fede, con le ragazze che si spogliano a cantano in coro «meno male che Silvio c’è», con una porno-statuetta che gira a tavola. Sparirebbero per esempio anche i dialoghi dei compensi: «A me ha dato duemila, a quella 6mila», «Se continua così gli rubo in casa». Sparirebbe «l’interrogatorio» che Ruby subisce a Milano, da parte dell’entourage di Berlusconi, in cui parla di «scene hard con il pr… con la persona». Cancellare il passato cancellando il Rit: ma è davvero possibile?
La mossa Ghedini-Longo, più che a nascondere lo sporco di casa sotto il tappeto (è troppo, non ci sta), è simile alla carambola del biliardo. Già  nelle eccezioni preliminari durante il processo, i legali aveva sollevato l’identico tema, beccandosi una raffica di argomentati no dal tribunale. Presa la batosta, ecco l’escamotage: perché non utilizzare il Parlamento, politicamente, come fiancheggiatore della difesa?
Prima tappa di questi «desideri», tre pagine di lettera e trecento di allegati. La giunta delle autorizzazioni a procedere se n’occuperà  non prima del 16 settembre. Ma il percorso è chiaro: se mai il centrodestra e il Parlamento daranno fiato alla difesa berlusconiana, il tribunale non potrà  che ripetere quanto già  detto, e cioè che le prove erano, sono e saranno ammissibili.
Quindi – questo il vero obiettivo – il fascicolo potrà  volare verso la Corte Costituzionale: in modo da sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Berlusconi imputato trasformato in « politico intoccabile» dai tribunali, come se fosse il Re Sole: al momento, è un desiderio. Ma anche il segno di quanto il processo milanese (prossima udienza 3 ottobre) con imputato il premier faccia davvero paura (ovviamente ai berlusconiani).


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