Quella grande lezione di pace che mi ha fatto amare gli ultimi
Questo passo, tratto dal libro di Andrea Tornielli “Il futuro e la speranza” (Piemme), è un articolo scritto da a 19 anni e dedicato ai “Pensieri” di Gandhi
ANGELOSCOLA
Quando muore una personalità eccezionale, anche se spesso le apparenze non lo danno a vedere, a chi è sensibile ed attento appare netta la sensazione che nel mondo qualcosa è crollato. Tutto questo, che ti darebbe la possibilità di penetrare tale personalità in tutta la sua grandezza, non dura molto. Subito in troppi si comincia a parlare e soprattutto a scrivere di lei e allora cominci a far fatica a distinguere chi parla col cuore da chi fa abbondantemente uso di retorica. Questo è anche il caso di Gandhi. Pensiamo quindi che il modo migliore di occuparsi di lui sia quello di impegnarci ad ascoltarlo direttamente, così soltanto arriveremo a cogliere gli aspetti più interessanti della sua figura.
Don Mazzolari è stato valido maestro nell’accostarsi a Gandhi con questo metodo. La sua particolare capacità di penetrazione ci ha dato ottimi risultati. Forse può rendere l’idea, in modo più o meno completo, questa considerazione: “Lo Spirito soffi a dove vuole e fa sorgere ovunque profeti e testimoni della verità “. Così don Primo spiega il “fenomeno” Gandhi, nella breve introduzione al libro che noi abbiamo preso tra le mani e che raccoglie alcune riflessioni del Mahatma. Noi non siamo dei Mazzolari e nemmeno ci siamo impegnati tanto a fondo come lui per comprendere la figura del capo spirituale dell’India. Sarebbe pertanto assurdo pretendere di avere una nitida visione della personalità di un simile uomo, limitandoci a meditare alcuni suoi pensieri. Ma, nella misura in cui soffermi la mente su alcune di queste osservazioni, avverti senz’altro tutta la sua imponenza consistente principalmente nella sua enorme spiritualità (…)
Gli uomini come Gandhi sono i veri pilastri angolari, le vere guide dell’umanità . Si dice che la verità offende, anche se poi produce i suoi effetti. Questo è vero per gli uomini comuni, che tu senti come te, troppo limitati, come te, troppo spesso soggetti all’errore, non per i grandi come Gandhi. Egli si può permettere di dire: “Ognuno lo sappia o no è un ladro. Chiunque possiede qualcosa di cui non ha bisogno è un ladro…”. Quando senti un’affermazione simile, ai nostri giorni, tu sai già che non saprai rinunciare a tutto ciò che possiedi di superfluo. La frase di Gandhi ti rimane però scolpita nella mente senza punto offenderti, ed in virtù di essa tu cominci a privarti di qualcosa. Questo è già positivo. In fondo la vita dell’uomo è un tendere alla perfezione, nella misura in cui le sue forze glielo permettono. Tra gli uomini anche a questo proposito, si crea una gerarchia. Gandhi ne occupa certamente le posizioni culminanti perché ha difeso i poveri vivendo da povero. A noi non resta che imparare da lui.
Di fatto si può osservare come tutti gli uomini ansiosamente cerchino il modo migliore di consumare la loro esistenza. Quello del “saper vivere” è un problema grave. Gli orientali, che ci sono maestri in saggezza, attraverso un antico adagio cinese, ci offrono quest’osservazione: “L’uomo non nasce ma incomincia a morire”. Allora il problema si sposta, non si tratta più di imparare a vivere, ma di imparare a morire. Il mezzo migliore ce lo insegna Ghandi: il distacco. Bisogna incominciare a morire a qualcosa istante per istante: “Non abbiamo più nessun timore quando siamo veramente staccati dalle cose, dalle persone, dal nostro stesso corpo”.
Cristo ci ha insegnato certe verità essenziali, vivendole prima di noi. Per questo, anche se molti non Lo prendono sul serio, ci sono coloro che credono ardentemente a tali verità . Questi stessi, quando le vedono ribadite dalla vita di alcune grandi personalità si riempiono di gioia, si ripropongono di vivere più intensamente l’oggetto della loro fede. Infatti la vita di Cristo rimane sempre il caso limite. Si può anche pensare di non riuscire a imitarla, nemmeno in minima parte. Se invece a vivere conformemente a quei princìpi è un uomo, per quanto grande esso sia, ci si convince che anche noi possiamo fare qualcosa. Quando ho messo da parte i “Pensieri” di Gandhi ho potuto riconoscere che mi avevano fatto questo bel regalo.
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