“Proviamo rabbia e sofferenza” la rivolta dei giornali cattolici

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CITTà€ DEL VATICANO – «Disgusto e sofferenza» per il «triste spettacolo» che emerge dalle inchieste su Berlusconi. «Preoccupazione e smarrimento» davanti al «crollo dei valori morali» legati a «stili di vita discutibili e deprecabili» di una classe politica dirigente che, «invece di pensare al bene comune, alle famiglie, ai giovani e ai più deboli», sta «allegramente conducendo il Paese verso la distruzione come un Titanic che si infrangerà  contro l’iceberg». Ma anche ripetuti ed accorati appelli a cattolici, a gerarchie ecclesiali ed a uomini di buona volontà  a far sentire la propria voce «in un momento tanto delicato per il Paese».
È forte lo scoramento sull’attuale momento politico che emerge dalla lettura degli editoriali dei settimanali diocesani andati in edicola nell’ultimo week end. Se ne fa portavoce la stragrande maggioranza dei 190 giornali della Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici riconosciuta dalla Cei, che distribuisce oltre un milione di copie – oltre che nelle edicole – nelle parrocchie, nelle comunità , nei conventi e monasteri. Un disagio che oggi potrebbe essere fatto proprio anche dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco, alla apertura del “parlamentino” dei vescovi, il Consiglio permanente che inizia a Roma.
Facendo un chiaro riferimento al caso Berlusconi, la Voce Isontina di Gorizia titola l’editoriale “Il crollo dei valori alla borsa delle vita”, e scrive che «la lettura, sofferta e di disgusto, dei giornali in questi giorni evidenzia uno stato di crisi inevitabile, ma a crollare sono soprattutto gli indici dei valori morali…». Sullo stesso tasto batte L’Avvenire di Calabria che nota come il primo sintomo della crisi sia il crollo della «moralità  nella classe politica» a scapito anche di valori irrinunciabili come «libertà , giustizia, verità ». Indignato l’editoriale di don Vincenzo Rini, ex presidente della Fisc e direttore di Vita Cattolica di Cremona, che prende posizione contro l’uso della donna così come emerge dalle intercettazioni del premier e nei mass media. «Occorre ormai – scrive don Rini – una ribellione delle donne a questo modo osceno di concepire la loro dignità  e la loro vita che le trasforma in oggetti, corpi senz’anima da usare, vendere e comprare…». «Per invertire la rotta – si legge su Azione di Vittorio Veneto – occorre un grande cambiamento mentale… ma è difficile aspettarcelo dall’azione dei nostri governi, anche se sarebbe loro compito… la rivoluzione deve partire dal basso e da un radicale cambiamento dei nostri stili di vita». «Stili di vita che – a parere della Voce dei Berici di Vicenza – vanno resi sempre più sobri e sostenibili» e, «soprattutto, senza eccessi da parte dei nostri governanti», stigmatizza Il Popolo di Pordenone. Francesco Zanotti, presidente della Fisc e direttore del Corriere Cesenate, aggiunge, invece, che di fronte all’attuale crisi («E con i pericoli del disfacimento dell’euro nemmeno tanto remoti»), ci vorrebbe un uomo nuovo dotato di «una forte sensibilità , tanta umiltà  e un immenso senso dello Stato…». Ma, gli fa eco L’Araldo Abruzzese , «all’orizzonte si fa fatica ad intravedere un uomo dal carisma indiscusso, un politico fine, uno statista preoccupato di invertire la rotta della nave Italia ormai prossima agli scogli…». Un pericolo adombrato anche dalla Nuova Scintilla di Chioggia: «Lo spettacolo offerto quotidianamente dai nostri politici fa trapelare deleterie carenze di formazione e di maturità , portando allo scoperto deficit paurosi di coerenza e serietà ». Ma c’è anche chi, come La Voce del Popolo di Brescia, invita a «firmare per il referendum per abrogare l’attuale legge elettorale, un primo passo per scuotere la casta e mettere in crisi alcune certezze…». Severi anche i commenti sulla Finanziaria, rea – a giudizio unanime – di aver “dimenticato” la famiglia: «Una scelta improvvida ed incosciente” per L’Alborense di Oristano; mentre un altro settimanale sardo, il Nuovo Cammino, paragona “le indecisioni governative a un Titanic fuori controllo in rotta verso l’iceberg, col premier che parla ancora di tagli decisivi alla tassazione». RomaSette della diocesi papale, boccia, infine «il cosiddetto decreto Romani sulle tv che ha di fatto sdoganato contenuti gravemente nocivi come la pornografia e la violenza…».


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