by Sergio Segio | 3 Settembre 2011 7:25
ROMA – Botta e risposta tra la Ue e il ministro dell’economia sulla manovra. La Commissione esprime dubbi sulle norme anti-evasione e sul loro gettito; invita il governo a non fare «un eccessivo affidamento» su questi introiti che sono incerti, vaghi. Giulio Tremonti ribatte: «La manovra è totalmente solida nei saldi di copertura». Spiega: in Italia l’evasione fiscale e contributiva «è enorme». Negli ultimi tre anni sono stati già recuperati 25 miliardi. Ora, grazie ad un «radicale cambiamento nella strategia di contrasto all’evasione fiscale» è previsto un recupero di circa 700 milioni nel 2012 e di 1,6 miliardi nel 2013». A tarda sera da Bruxelles filtra una replica: «Una decisa lotta all’evasione è una importante componente di un pacchetto credibile ed è la chiave per l’accettabilità sociale di misure correttive. L’esperienza fatta in molti stati membri mostra comunque chiaramente che è difficile quantificare con precisione l’impatto delle misure anti-evasione sul gettito fiscale». Comunque, Bruxelles accoglie positivamente «la riaffermazione di Tremonti» sul rispetto degli impegni di bilancio.
Ed è un «caso». Il commissario Olli Rehn e il ministro italiano si parlano al telefono, cercano di chiarirsi, concordano una impostazione. Nella cronaca, fin dal mattino, la Commissione fa trapelare un giudizio cauto sulla manovra e in particolare proprio sul gettito della lotta all’evasione «molto difficile da quantificare». Le autorità europee annunciano anche che stanno «monitorando da vicino» la situazione, che seguono «il dibattito in corso al Parlamento» e che una valutazione complessiva ci sarà solo davanti al testo finale «quando sarà pronto». Visti i mille cambiamenti delle ultime ore, meglio aspettare.
Scritta è la risposta di Tremonti con un comunicato che suona così: «Negli ultimi tre anni per effetto della lotta all’evasione è già stata effettivamente incassata una cifra pari a circa 25 miliardi di euro». Altri 2,3 miliardi arriveranno appunto nel biennio perché d’ora in avanti il contrasto «non si svolgerà più solo dal lato della repressione ma anche dal lato della prevenzione: dal coinvolgimento sul territorio dei Comuni, alla trasparenza bancaria fino alla riforma delle sanzioni penali». Il ministro spera che altri denari arriveranno in futuro. Perciò l’obiettivo «non solo sarà centrato ma ampiamente superato».
Alle perplessità della Ue fa da contraltare Berlino che gioca la carta della speranza. Un portavoce del Cancelliere Angela Merkel fa sapere che la signora ha «piena fiducia» sul buon esito della manovra. «Il paese centrerà gli obiettivi».
In Italia, fioccano le critiche. Gli enti locali protestano mentre la Confindustria rende pubblico il suo «sconcerto», bollando i provvedimenti contro gli evasori come risultato «della fretta e dell’approssimazione con cui è stato predisposto l’emendamento». Oltretutto sarebbero anche «non coerenti» sul piano tecnico e dunque «dovranno essere rivisti». Per gli industriali i provvedimenti rischiano perfino di penalizzare le imprese che col fisco sono corrette. Due esempi per tutti: non va la misura che considera presuntivamente società di comodo le imprese in perdita per tre anni consecutivi; non funzionano i provvedimenti sui reati tributari, specie quelli previsti per l’infedele dichiarazione. Per contrastare il fenomeno dell’evasione, meglio abbassare la soglia per l’uso del contante a 500 euro.
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