“Giù le mani dalla spiaggia” la rivolta di Desenzano nel nome dei Feltrinelli

by Sergio Segio | 3 Settembre 2011 6:22

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Desenzano sul Garda. Raccontano all’Ultima Spiaggetta – Desenzano non è Capalbio ma la denominazione ci sta tutta, salvo che qui nessuno ti guarda storto se non ti presenti senza almeno un centimetro di lino bianco – che per fermare il partito del cemento non sono scesi in campo politici e intellettuali radical chic gelosi dei loro lettini.
No, a mettersi di traverso è la gente “normale”: le famiglie, i turisti (italiani e stranieri), i ragazzi, i nonni. Soprattutto i desenzanesi. Che alla spiaggia Feltrinelli – dal nome della famiglia di editori, un tempo e proprio qui facoltosi e apprezzati industriali del legno – hanno imparato a nuotare generazione dopo generazione.
Succede che la Feltrinelli, o il Feltrinelli, a seconda che lo si chiami lido o spiaggia, rischia di sparire. Con una garbata operazione urbanistica, garbata si fa per dire, il Comune vorrebbe cancellare centoquarantasette anni di storia e, attraverso uno scambio coi palazzinari locali (fondi per l’opera pubblica in cambio di cubature a go-go, cemento in cambio di cemento) seppellire la battigia più vecchia e famosa di Desenzano. Dove? Sotto il nuovo lungolago: una spianata di 7.500 metri quadrati, dal Park Hotel fino al lido Desenzanino e là  in mezzo, dove dal 1864 sorgeva il pontile per l’attracco dei barconi carichi di legname destinato al deposito Feltrinelli, addio spiaggia.
Il progetto è già  deliberato, ma la confusione (e la protesta) è enorme. «Sono tutti imbufaliti, la gente non capisce il perché di una decisione così miope e poco rispettosa della storia della città , molti minacciano di non venire più a Desenzano», dice Margherita Torelli, la “Margy”, che da quattordici anni gestisce la spiaggetta. Ci sono i pedalò dipinti coi fumetti, le sdraio, i lettini, atmosfera tra l’autarchico e il familiare e prezzi più che accessibili. Al mattone come all’amor, però, non si comanda: e così quando la giunta guidata dall’ex dirigente di banca Felice Anelli, una specie di anatra zoppa dopo la clamorosa fuoriuscita della Lega e ormai prossima alla scadenza (si vota a primavera) ha iniziato a pensare a come riqualificare il lungolago (in effetti bisognoso di cure, su questo sono tutti d’accordo), è saltata fuori un’occasione di quelle che i comuni tendono a non farsi scappare.
I privati sborsano 6 milioni per rifare i 700 metri di passeggiata che asfalterebbero la Feltrinelli (nello scambio rientra anche una nuova scuola in località  Grezze). E l’amministrazione comunale dà  il via libera per tirar su cinquecento nuovi appartamenti in località  Tassere, tra San Martino e Rivoltella. In tutto 49mila metri cubi di residenza, e fa niente se a Desenzano ci sono già  1.500 alloggi invenduti. Forse la giunta pensava che la città , 28 mila abitanti che d’estate diventano il triplo, digerisse l’operazione senza troppo agitarsi. Forse un lungolago nuovo di pacca doveva o dovrebbe essere il miglior biglietto da visita da giocarsi alle amministrative di primavera, a prescindere dal fatto che farebbe a pezzi una delle radici dei desenzanesi.
Non è andata così. Tra presìdi, grigliate sulla spiaggia, appelli, petizioni, il comitato “Salviamo la spiaggia Feltrinelli” non solo non ha digerito ma ha eretto le barricate. Le 500 firme raccolte e depositate – di fronte alle quali l’amministrazione ha annunciato che nel prossimo consiglio comunale si ridiscuterà  la famigerata delibera e si riesaminerà  il progetto – sono già  diventate 1200.
«Siamo trasversali e non molleremo finché il Comune non capirà  che questo è uno scempio e un insulto alla città ». Enzo Fattori, che guida la protesta, è fuori dalla grazia di dio. Non bleffa quando dice che i difensori della spiaggia sono trasversali. A partire da uno dei primi promotori e firmatari, il consigliere leghista Rino Polloni che dopo un anno di governo (il sindaco quattro anni fa è stato sostenuto da Forza Italia, An e Lega) ha lasciato la giunta. «Mi dissocio da questa maggioranza, alla quale faccio presente che l’eliminazione della spiaggia potrebbe costarle molto cara». La minaccia, o previsione, è squisitamente politica. «Se non cambiano rotta, a primavera l’appoggio della Lega se lo scordano».
La battaglia per la Feltrinelli è diventata anche questo. Alleanze che si rompono, equilibri che saltano, una maggioranza che si è assottigliata e ora sopravvive a stento (11 consiglieri contro i 10 dell’opposizione, basta un influenza e vanno sotto). Per dire: indignato, un altro consigliere del Pdl, Paolo Barzizza, ha salutato i suoi e non ha più messo piede in consiglio comunale. Ricorda Rosa Leso, candidata alle primarie del Pd per il prossimo candidato sindaco: «In questa spiaggia quando ero piccola le famiglie venivano a lavare i panni, poi a fare il bagno ai bambini. E la sera si cenava qui. Oggi ci tocca assistere a questa vergogna. Ecco perché siamo pronti a indire un referendum».

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