“Finmeccanica, tangenti da colpo del secolo”

by Sergio Segio | 15 Settembre 2011 7:10

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NAPOLI – La Procura di Napoli indaga su un’ipotesi di corruzione internazionale legata all’attività  di manager e agenti ritenuti vicini a Finmeccanica che tenterebbero di corrompere funzionari di paesi esteri per aggiudicarsi forniture di armamenti, apparati per la difesa e la sicurezza. Un delicatissimo filone investigativo nel quale si muove con disinvoltura la figura di Valter Lavitola.
Eccolo, dunque, il fascicolo che poi, seguendo le tracce dell’editore dell’Avanti!, ha condotto gli inquirenti sull’inatteso sentiero del ricatto ai danni del premier. La prima discovery di questo capitolo dell’indagine condotta dai pm Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock avviene con il deposito al Tribunale del Riesame di atti collegati a quell’estorsione. Il nucleo centrale dell’inchiesta riguarda il sistema delle «over commission», remunerazioni che secondo l’ipotesi investigativa celerebbero «veri e propri accordi corruttivi». Il primo sospetto delle «transazioni illecite» è emerso a marzo, con riferimento alla vendita di prodotti di aziende del gruppo a soggetti esteri di paesi come Arabia Saudita, Malesia, Colombia e altro. «Da quello che ho capito io l’acquisto è in funzione dell’over, chiamiamolo così», afferma in un’intercettazione l’agente immobiliare Sergio Fracchia, (citato anche nell’inchiesta sul deputato pdl Marco Milanese), che al telefono aggiunge: «Ma se arriviamo là  potremmo fare il colpo del secolo». Nel chiedere l’autorizzazione per le intercettazioni, la Procura rileva che «tutti i personaggi coinvolti a diverso titolo nelle indagini, per lo più dirigenti o agenti di società  del gruppo Finmeccanica, in più occasioni hanno parlato telefonicamente non solo di rapporti con personaggi di spicco della politica e delle forze armate di paesi esteri ma anche, più esplicitamente, della necessità  di pagarli per potersi aggiudicare le gare di fornitura di armamenti e apparati per la difesa e la sicurezza». «L’agente dovrebbe pagare qualcuno perché ci scelgano», si legge nella sintesi di una telefonata. In un altro passaggio i pm sospettano che vi sia stato un riferimento a espressioni «in codice» come: «aprire il ristorante», «pagare i coperti», «pagare un altro pranzo» «lasciare la mancia» che si riferirebbero a pagamenti illeciti.
Negli atti vengono citate anche tre conversazioni: una tra Valter Tartantelli, dirigente di Telespazio Brasile, e tale Pietro, «che si muovono nell’ambito del mercato sudamericano». Ed altre due tra Bertolo Nardini consulente di Oto Melara e Alfredo Giaccherini, consulente della stessa società  a Kuala Lampur Telefonate ritenute dai pm emblematiche del «potere di incidere sulle decisioni di governi locali». Spunti, per adesso, sui quali la Procura vuole fare chiarezza.

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