Province cancellate, oggi il testo ai ministri

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E comunque non saranno collegati ai disegni di legge costituzionali annunciati, quelli sì, ufficialmente: la cancellazione delle Province con il relativo accorpamento delle loro funzioni con le Regioni e il pareggio di bilancio. Potrebbe esserci anche un terzo provedimento costituzionale, quello che riguarda la riduzione (si è parlato più volte di «dimezzamento») dei parlamentari, anche se nel frattempo la commissione Affari costituzionali del Senato ha già  avviato l’iter dei ddl presentati nelle scorse settimane che hanno per oggetto lo stesso argomento. Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, non sarebbe comunque un errore se anche il governo accelerasse in quella direzione: «Mi auguro che il punto venga inserito al Consiglio dei ministri perché si tratta di una decisione presa ormai da molto, molto tempo».
La voce su possibili interventi per limitare la pubblicazione delle intercettazioni è stata subito esclusa da Pasquale Viespoli (ex fli attualmente capogruppo dei cosiddetti Responsabili che al Senato si chiamano Coesione nazionale): «Si tratta di due materie non assimilabili». Perché per intervenire sugli ascolti telefonici basta una legge ordinaria e, oltretutto, fa notare l’opposizione, quella costituzionale avrebbe tempi di approvazione troppo lunghi per assolvere al suo scopo (cioè, denuncia l’Idv, proteggere Silvio Berlusconi da nuove rivelazioni). Scettico sull’opportunità  anche Maurizio Paniz, capogruppo del Pdl nella Giunta per le autorizzazioni, ma decisamente d’accordo sui contenuti: «È improbabile perché le materie sono diverse, anche se in linea di principio non sarebbe sbagliato».
Sul pareggio di bilancio sembra invece esserci una convergenza bipartisan. Non c’è solo il governo. Venticinque deputati, guidati da Giorgio Stracquadanio, hanno depositato un disegno di legge che va in questa direzione e il democratico Stefano Ceccanti ha fatto lo stesso, invitando il governo a seguire l’esempio della Spagna che ha già  approvato un testo simile alla Camera.
Sull’abolizione delle Province invece, l’Upi, cioè l’associazione che le rappresenta, è già  sul piede di guerra e ha convocato per questa mattina una riunione straordinaria: «Siamo nella confusione più totale — ha denunciato Fabio Melillo del comitato direttivo —: non capiamo se il governo vuole cancellare dieci articoli della Costituzione, e con essi anche le Province, o se si vuole invece disegnare una nuova configurazione dell’ente intermedio». E un fatto, comunque vadano le cose, è certo: l’approvazione di un disegno costituzionale richiede (se si corre) almeno un anno, date le quattro letture previste tra Camera e Senato, e la legislatura, se la maggioranza resisterà  alle prossime prove, si concluderà  fra un anno e mezzo appena.


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