by Sergio Segio | 13 Settembre 2011 7:38
BRUXELLES – La Commissione europea giudica «plausibile» lo scenario economico presentato dal governo italiano e valuta positivamente l’impegno di risanamento delle finanze pubbliche poiché «il previsto sforzo fiscale sul 2010-12 è superiore allo 0,5% del pil e il percorso di aggiustamento dopo il 2012 è ben al di sopra delle disposizioni del Patto di Stabilità ». Tuttavia Bruxelles avverte che «un’azione aggiuntiva sarà richiesta all’Italia se le entrate dovute a un migliorato adempimento degli obblighi fiscali saranno minori di quanto previsto nel bilancio, o se sorgessero difficoltà nelle restrizioni di spesa programmate». E’ questo il messaggio indirizzato al nostro Paese nel Rapporto sulle finanze pubbliche nella Ue pubblicato ieri.
Le considerazioni di Bruxelles sembrano confermare un certo grado di scetticismo circa l’effettiva portata del recupero dell’evasione fiscale, così come calcolato dal governo italiano. Una prudenza che era già stata resa pubblica quando, nelle settimane scorse, il commissario Rehn (Affari economici) aveva invitato a correggere la manovra in modo da non farne dipendere i saldi dal recupero della fiscalità evasa. Lo stesso grado di prudenza traspare nella valutazione della capacità del governo di contenere la spesa pubblica. A questo proposito, la Commissione sostiene che «l’introduzione di tetti alla spesa e ulteriori miglioramenti per il monitoraggio di bilancio di tutte le amministrazioni locali favorirebbero la disciplina di bilancio e rafforzerebbero la credibilità della strategia a medio termine».
L’appello di Bruxelles non sembra per ora trovare riscontri dalla sponda italiana. Proprio ieri, alla vigilia dell’incontro con le autorità comunitarie a Bruxelles e a Strasburgo per discutere della correzione di bilancio, Berlusconi ha confermato che la manovra non sarà ulteriormente modificata e «verrà varata con il voto della Camera questa settimana, spero entro mercoledì».
Il rapporto della Commissione prevede che il debito pubblico della zona euro dovrebbe raggiungere un picco dell’88,7% del pil nel 2012, rispetto al 66% del 2007, per poi riprendere gradatamente a decrescere. Intanto si vanno precisando i dettagli della riforma politica per dare una governance più credibile all’Unione monetaria. Ieri Barroso, in visita a Berlino dalla Merkel, ha confermato che entro settembre può essere operativa la riforma del fondo salva Stati (Efsf), che potrà così sostituirsi alla Bce nell’acquisto di bond sul mercato secondario.
Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha invece annunciato, incontrando il premier polacco, che a ottobre intende presentare le sue proposte per la creazione di «un governo economico» della zona euro. Van Rompuy ha intenzione di convocare una riunione dei capi di governo dell’Eurogruppo, cioè dei Paesi che fanno parte della moneta unica, prima del vertice europeo di metà ottobre. Ad essi proporrà la creazione di un super ministro dell’economia europeo, sulla scorta di quanto hanno già chiesto Merkel e Sarkozy nel loro ultimo vertice.
L’idea allarma i Paesi dell’Est europeo, che temono di vedersi relegati ad un ruolo di serie B. Con una lettera congiunta, i governi di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania, Lituania e Lettonia, che non fanno parte dell’Unione monetaria, hanno detto che i nuovi meccanismi di governance della moneta unica stravolgono i Trattati dell’Ue e minacciano di indire nuovi referendum nazionali per decidere se rimanere o meno nell’Unione europea.
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