Ocse: crescita sotto zero per l’Italia

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BERLINO – L’Italia torna indietro, s’innesca una dinamica recessiva a Roma, avverte l’Ocse. Troppi rischi pesano sulla crescita dell’eurozona, la Banca centrale europea ha «modificato in modo sostanziale la sua valutazione rispetto a un mese fa». Parola del suo presidente Jean Claude Trichet. Per cui i tassi restano invariati, e Francoforte ammonisce sui pericoli per la crescita nell’area della moneta unica più che sul rischio inflazione. E soprattutto, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) avverte che il rallentamento sarà  pesante prima di tutto in Italia, e in tutte le maggiori potenze industriali del mondo. In particolare nell’eurozona, a causa delle prognosi negative per il nostro paese e per la Germania. Due docce fredde in poche ore, e in sostanza sia la Eurotower sia l’Ocse affermano che ulteriori peggioramenti sono possibili nei prossimi mesi. E l’acquisto di titoli pubblici dei Paesi in difficoltà  (Italia inclusa, ndr) da parte della Bce è stato dettato da ragioni di politica monetaria, ma è una scelta momentanea, senza alcuna certezza che continui nel futuro.
Prognosi allarmanti. Per l’Italia, la bocciatura viene appunto dall’Ocse. Quest’anno, dice l’organizzazione, la crescita del prodotto interno lordo (Pil) sarà  di appena mezzo punto: un drammatico ribasso della prognosi rispetto all’1,3 per cento di aumento del pil previsto dalla stessa Ocse a maggio. Nel terzo trimestre di quest’anno infatti l’Italia tornerà  indietro: il Pil avrà  un segno negativo, meno 0,1 per cento, appena compensato dal minirecupero pronosticato per il quarto trimestre, più 0,1 per cento. L’Italia che torna indietro, con un trimestre di contrazione, e la Germania dove il rallentamento di produzione industriale ed export preannunciano un Pil negativo (-1,4 per cento) nel quarto trimestre 2011, pesano sul rallentamento dell’insieme dell’eurozona e di tutto il G7 escluso il Giappone in ricostruzione. E la crisi dei debiti sovrani potrebbe aggravarsi.
La crescita nell’eurozona, ha detto a sua volta Trichet, sarà  «molto moderata ed esposta a forti rischi in aumento». La Bce ha rivisto duramente al ribasso le sue prognosi di crescita: dall’1,9 all’1,6 per cento per quest’anno e dall’1,7 all’1,3 per il 2012. Il rallentamento generale della crescita mondiale, il calo delle Borse e il calo della fiducia di mercati e investitori, le tensioni del debito sovrano, sono fattori nuovi che frenano la dinamica di crescita dell’eurozona, ha detto Trichet ieri a Francoforte, dopo la seduta del Consiglio direttivo della Bce che appunto ha deciso di lasciare i saggi centrali della Eurotower invariati all’1,5 per cento. L’inversione di rotta della Bce è tale che molti ipotizzano persino una futura tendenza al calo dei tassi dell’euro, mentre fino a pochi mesi fa la strategia dell’istituto tendeva a rialzi graduali per contrastare l’inflazione.
Trichet si è difeso con energia dalle accuse dei media tedeschi per l’acquisto di bond dei paesi in difficoltà . «Lo abbiamo deciso per ragioni di politica monetaria, perché i governi non si sono comportati bene, e per anni hanno ignorato i nostri moniti sul debito. La Bce da quando esiste ha garantito la stabilità  dei prezzi, anche alla Germania, meglio di quanto la Germania da sola abbia fatto nell’ultimo mezzo secolo».


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