Merkel: l’Europa? Non è nata in una notte Debito, non rubiamo il futuro ai giovani

by Sergio Segio | 13 Settembre 2011 7:07

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E lo ha fatto con passione. Fuori crollano nuovamente le Borse, si parla di ulteriori, urgenti misure da prendere, ma Angela Merkel smentisce chi ipotizza in questi giorni dubbi e freddezza del governo tedesco di fronte alla casa comune europea: «Non è nata in una notte e proprio per questo è solida». A patto che non si regga solo sulla moneta, ma sui valori che l’hanno fondata: «L’Europa ha conosciuto secoli di guerre e la notte della civiltà  con la Shoah», ma oggi si ritrova unita.
È vero, c’è la crisi ed è una crisi grave, la cancelliera chiede ai leader religiosi di pregare per questo, ma è «una sfida» che si deve vivere. «La stretta del debito ci forza a cambiare, a pensare alle generazioni future: l’Europa è ricca, ma non dobbiamo consumare tutta la ricchezza sottraendola a chi verrà  dopo di noi». La Merkel crede che incontri come il meeting interreligioso «nello spirito di Assisi» a cui partecipa siano importanti «anche per i politici», esprime entusiasmo per l’imminente visita di Benedetto XVI in Germania e parla di un mondo in cui le differenze possono essere ricomposte.
Poco prima era intervenuto il fondatore della Comunità  di Sant’Egidio, Andrea Riccardi: «La civiltà  del vivere insieme ha bisogno di un’Europa forte e unita che riprenda a fare la storia. Non potrà  lasciare vuoto il suo posto, ridurre la sua cattedra a una manciata di sgabellini per i suoi piccoli Paesi». Anche perché, denuncia Riccardi, l’Europa ha una riserva di umanesimo che può ancora dare molto al mondo intero e le religioni esprimono una «forte tensione unitiva» contro i crescenti conflitti. E se, come dice Riccardi, «la guerra è la madre di tutte le povertà », «la pace — risponde la Merkel — diventa allora la madre di ogni sviluppo». Si chiude questo intenso dialogo a due sull’Europa e riprendono le tavole rotonde, oltre quaranta, con cardinali, imam e rabbini, insieme a personalità  della cultura e autorità  di governo e dell’Ue; all’incontro ha partecipato anche il commissario Antonio Tajani.
Due ore dopo arriva anche il ministro degli Esteri Franco Frattini e commenta positivamente la «fede» di Angela Merkel nell’Unione: «Credo che il messaggio della cancelliera sia importante: dimostra che la Germania non ha voltato le spalle all’Europa. Era un messaggio che attendevamo». E apprezza anche il richiamo alle nuove generazioni: «L’indebitamento non dovrà  ricadere su di loro». Dopo di lui, questa mattina è atteso un altro ministro italiano, Giulio Tremonti, con il collega tedesco Wolfgang Schà¤uble.
Ma non c’è solo l’Europa: qui a Monaco c’è il mondo intero. Ci sono le speranze della Libia e la tragedia della Somalia. E c’è fiducia che si possa uscire dal tunnel delle troppe divisioni che regnano, a diversi livelli, come quello di chi strumentalizza le religioni per fare la guerra. Si è partiti domenica ricordando proprio l’11 settembre e si conclude oggi con una grande invocazione delle religioni, insieme, contro ogni conflitto a Marienplatz, la piazza centrale della città , dopo un pellegrinaggio nel campo di concentramento di Dachau. Sono 25 anni dalla prima storica preghiera interreligiosa per la Pace di Assisi, voluta nel 1986 da Giovanni Paolo II ed ereditata dalla Comunità  di Sant’Egidio. Allora c’era la Guerra fredda, oggi tutto è cambiato e i pericoli per il mondo sono altri, ma nel frattempo, in modo discreto e con profonde convinzioni, la rete del dialogo è cresciuta.

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