Mercati in tensione per l’asta Btp
ROMA — Le Borse europee chiudono in positivo dopo una giornata agitata. Sul mercato dei titoli pubblici, invece, resta alta la tensione con i Btp italiani sotto attacco. Il differenziale dei rendimenti coi Bund tedeschi tocca nuovi record e l’asta dei quinquennali riesce ad assegnare tutti i titoli ma a tassi altissimi che superano le previsioni della vigilia.
La giornata era iniziata bene per le Borse, che cercavano di recuperare il crollo del giorno prima. Il clima però cambiava a metà mattinata per l’impennata dei rendimenti dei titoli pubblici rispetto ai Bund tedeschi che sono considerati, come si sa, i meno rischiosi. Lo spread del Btp decennale sfondava la barriera dei 400 punti, si portava a 407 punti avvicinandosi ai massimi toccati all’inizio di agosto prima degli acquisti della Bce. Si ampliava invece ancora di più, fino a toccare i 447 punti, un record storico, il differenziale per i Btp a 5 anni. E sui Buoni quinquennali arrivava la doccia fredda dell’asta: il Tesoro è riuscito a collocare agevolmente i titoli offerti, ma ha dovuto pagare molto per riuscirci. Ha dovuto assicurare un rendimento del 5,6% rispetto al 4,93% dell’asta precedente, il livello più elevato raggiunto nei 12 anni di vita dell’euro.
Le tensioni non riguardavano solo l’Italia, si impennavano gli spread sui decennali della Grecia fino al massimo di 2.500 punti, del Portogallo a 960 punti, dell’Irlanda a 709 e della Spagna a 371 punti.
Intanto nel corso della giornata si susseguivano le voci di un interessamento della Cina a comprare il debito sovrano dell’Italia e rimbalzava positivamente sulle piazze finanziarie la notizia di una conference call tra il presidente francese Nicolas Sarkozy, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il primo ministro di Atene, George Papandreou, per accelerare la soluzione della crisi ellenica. Si allentavano le tensioni sui titoli e lo spread Btp-Bund tedesco scendeva sotto la soglia dei 400 punti per attestarsi in chiusura di contrattazione a 391,7 punti.
Le Borse europee chiudevano in rialzo: Milano ha fatto meglio di tutte guadagnando il 2,19% trainata dal recupero dei titoli bancari, con Unicredit che ha ripreso il 7,43% e Intesa Sanpaolo il 6,34%. Parigi, con le banche ancora sotto pressione per metà giornata, è salita dell’1,41%, Francoforte dell’1,85% e Londra dello 0,87%. L’euro ha chiuso sui valori del giorno prima a 1,365 dollari.
Da Monaco, dove parlava nel corso di una conferenza sulla pace il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti ha avvertito che «Certamente la realtà che abbiamo davanti, oltre la crisi, è una realtà ad alto rischio». Il problema, ha poi aggiunto ribadendo una sua vecchia convinzione, è che «i governi hanno fatto il tragico errore di affidare la scrittura delle regole ai banchieri», cioè ai banchieri centrali «e alle loro organizzazioni», ha aggiunto riferendosi probabilmente all’Fsb presieduto da Mario Draghi.
Ma per i mercati sarà importante l’approvazione definitiva della manovra prevista per questa sera col voto di fiducia della Camera. In aula, per il Pd, interverrà Walter Veltroni.
«Tra la manovra di luglio e quella di Ferragosto, poi rafforzata, parliamo di provvedimenti che valgono complessivamente 140 miliardi di euro», ha detto il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti. Facendo intendere che lo sforzo è stato notevole. Ma tra i parlamentari ci si interroga già su quali saranno i prossimi passi per accelerare la riduzione del debito pubblico — si torna a parlare di pensioni e patrimoniale — e sostenere la crescita. «Faremo il “tagliando” alle misure prese finora per verificare se c’è bisogno di altro», ha detto sabato scorso a Marsiglia Tremonti.
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