Mediobanca conferma i vertici, sale Gavio

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MILANO – Mediobanca entra nel nuovo triennio con due donne in più, un tasso di indipendenza maggiore nel cda e conti ripuliti causa varie svalutazioni, ben 238 milioni che purgano l’utile tenendolo sui livelli dello scorso esercizio. E così la cedola, identica al 2009-2010 e pari a 0,17 euro.
Il patto parasociale, in vista della data per disdettare (30 settembre) sarà  rinnovato al 2014 con alcune modifiche, che lo porteranno dall’attuale 44,46% a ridosso del 43% del capitale ordinario. Dopo l’esecutivo e l’assemblea dei grandi soci, hanno ottenuto la facoltà  di arrotondare la quota il gruppo delle infrastrutture Gavio – che da un piccolo 0,08% potrà  salire all’1% – poi, ma per importi frazionali, gli industriali Angelini, Romano Minozzi e il banchiere Ennio Doris. Ci vorrà  un anno, invece, per capire se Diego Della Valle eserciterà  la sua opzione per l’acquisto di un altro 1,42% di Mediobanca, salendo fino all’1,9% e facendo lievitare il capitale vincolato oltre il 44%. Tra gli uscenti ci sono invece Santander, Commerzbank, Sal Oppenheim, in parte compensati con il rialzo di quota di Bolloré e Groupama. Alla presidenza del patto è stato confermato Angelo Casò, al rinnovo anche come consigliere indipendente. Il patto ha poi designato la lista per il cda che l’assemblea del 28 ottobre dovrà  votare. Si confermano le ultime indiscrezioni: la scontata conferma dei vertici, con Renato Pagliaro presidente, Vincent Bollorè e Marco Tronchetti Provera vice presidenti, Alberto Nagel ad, Francesco Saverio Vinci direttore generale. Le novità  sono invece dalla sostituzione di Jean Azema, leader di Groupama che da due anni non partecipava al cda e che verrà  rimpiazzato dal numero uno della compagnia in Italia, Pierre Lefevre. Come indipendenti entrano per i soci industriali del gruppo B Elisabetta Magistretti, e per i soci esteri (gruppo C) la francese Anne Marie Idrac. Entrambe 60enni, la prima, è dottore commercialista da anni revisore dei conti Unicredit e da aprile consigliere indipendente di Pirelli, la seconda, bretone come Bolloré, è stata segretario di stato ai trasporti dal 1995 al 1997, poi deputato per il partito centrista Udf fino al 2002, poi ad di Ratp (trasporti pubblici di Parigi) e presidente delle ferrovie statali Sncf. Dal marzo 2008 a fine 2010 fu scelta come segretario di stato al commercio estero. Il patto ha anche stabilito la lista del collegio sindacale e la composizione dei comitati interni. Non del comitato nomine però, il più storicamente importante e che cambierà  molto. Finora ci stavano tre manager in compagnia di Bolloré, Tronchetti e Rampl. Da novembre i tre manager saranno affiancati da due indipendenti, e sembra che non saranno i “guardiani” delle fazioni italo-francesi Fabrizio Palenzona e Tarak Ben Ammar. Solo il consiglio del 28 ottobre, esaminando i conti del primo trimestre, deciderà  la composizione del comitato che nomina i vertici delle partecipate strategiche Telecom, Rcs e Generali.
La contabilità  d’esercizio, se si mettono tra parentesi le svalutazioni – per 104 milioni legate ai 400 milioni di bond greci, 120 milioni per Telco (Telecom) e 16 milioni per Delmi (una cassaforte di Edison) – è incoraggiante per la crescita dei ricavi (+7%, con parziale +25% per la divisione retail e grandi gestioni, mentre è in tenuta il ramo Cib di mercati e imprese). Così l’utile lordo cresce del 28%. Con i conti sotto controllo, Piazzetta Cuccia pensa ad ampliare la presenza internazionale. «I mercati ai quali guardiamo, con differente approccio, sono Cina, Turchia e Russia – ha detto l’ad Alberto Nagel -. Intendiamo anche rafforzarci nei paesi nei quali siamo già  oggi presenti, in particolare in Francia e Germania».


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