«Manovra definita, i saldi sono invariati»
ROMA — «Nei suoi termini essenziali la manovra può dirsi definita. E ci avviamo serenamente alla conclusione dell’esame nei tempi previsti». Sorridente e disponibile, forse anche per i dati del fabbisogno che migliorano, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si presenta in Senato per «chiudere» la manovra bis di Ferragosto. «Nella manovra c’è una proporzionalità tra tasse e tagli di spesa ed è garantita l’assoluta invarianza dei saldi» spiega Tremonti, nel corso di una conferenza stampa in Senato, dopo il colloquio con il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani, avuto insieme a Roberto Calderoli, il ministro con cui ha lavorato a più stretto contatto in questi giorni, e la presentazione del maxiemendamento al decreto approvato a metà agosto dal Consiglio dei ministri in Commissione Bilancio.
«Il testo che sarà approvato» dice il ministro, evidentemente convinto di non trovar più altri ostacoli, «coincide con quello iniziale con due sole differenze». La prima riguarda il gettito della «Robin Hood Tax», il prelievo fiscale a carico delle imprese energetiche, «che non sarà più diviso tra ministeri ed enti locali, ma andrà soltanto a beneficio delle autonomie». Che potrebbero, dunque, vedersi scontare almeno 1,8 miliardi di euro di tagli alla spesa nel 2012. La seconda modifica, ha spiegato Tremonti, riguarda il contributo di solidarietà sui redditi più alti. «Al posto del quale è stato messo in piedi un apparato di norme antievasione di grande efficacia», dice il ministro.
Sparito il contributo sull’Irpef e rimessa in un cassetto l’idea di intervenire sulle pensioni, vietando il riscatto degli anni passati nel servizio di leva e quelli necessari per la laurea, nella manovra entra una buona dose di nuove misure fiscali.
Una nuova stretta sull’elusione e l’evasione fiscale, quando in molti erano pronti a scommettere su un nuovo condono: l’aumento delle imposte sulle cooperative e le società di comodo, sottoposte a maggiori controlli e soprattutto ad una valutazione discrezionale della reale attività da parte del fisco, il carcere per i grandi evasori fiscali (non ci sarà più la sospensione condizionale della pena), la pubblicazione online dei redditi dei cittadini da parte dei Comuni, un loro maggior coinvolgimento nella lotta all’evasione, l’obbligo di dichiarare insieme ai redditi i riferimenti dei conti correnti bancari e degli altri rapporti intrattenuti con gli operatori finanziari.
«Riteniamo che dichiarare il reddito e anche la banca presso la quale si hanno i conti possa avere un effetto deterrente» dice il ministro dell’Economia. Disposto ad accogliere anche qualche proposta dell’opposizione, come la revisione integrale di tutta la spesa pubblica chiesta dai senatori del Pd, Anna Finocchiaro ed Enrico Morando, con un emendamento «che potete già dare per approvato» garantisce il ministro. Sicuro che non ci saranno altre modifiche sostanziali da apportare alla manovra, che dal 6 settembre arriverà nell’Aula del Senato. Anche per quanto riguarda i tagli ai ministeri, 6 miliardi nel 2012 e 2,5 nel 2013, che si aggiungono a quelli già pesanti decisi a luglio e l’anno scorso. Benché non tutti i suoi colleghi l’abbiano presa molto bene.
Ignazio La Russa, titolare della Difesa, è sicuro che «si dovrà ricorrere a qualche altra misura» per ridimensionare la sforbiciata. «Se i ministri hanno dei problemi li rappresenteranno in Consiglio dei ministri, lo diranno al ministro dell’Economia, ma per me è giusto farli» dice però il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri
Tremonti, intanto, incassa con soddisfazione la conferma del buon andamento dei conti pubblici di quest’anno. Ad agosto il fabbisogno del settore statale è stato pari a 6,9 miliardi, inferiore a quello dell’agosto 2010, che fu di 7,9 miliardi. Nei primi otto mesi il fabbisogno si è fermato a 48,6 miliardi, 5,8 di meno rispetto all’anno scorso. E senza contare la nuova rata del prestito alla Grecia. In termini omogenei il miglioramento dei conti 2011, nei primi otto mesi di quest’anno, è stato di quasi 8 miliardi per merito soprattutto, del buon andamento delle entrate.
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