«Chi attacca Roma va contro l’euro»

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STRASBURGO — L’attacco all’euro ha generato una crisi sistemica, che mette a rischio la sopravvivenza della stessa Unione europea e va quindi respinto dai Paesi membri uniti. È questa la linea emersa dal dibattito nell’Europarlamento di Strasburgo, tra presidenza polacca di turno (in rappresentanza dei 27 governi), Commissione europea ed eurodeputati. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo una conference call con il premier greco George Papandreou, hanno poco dopo ribadito che «l’avvenire della Grecia è nell’Eurozona». Il vicecancelliere tedesco Philip Rà¶sler ha aggiunto che «anche l’attacco dei mercati all’Italia lo percepiamo come un attacco alla zona euro».
La proposta di introdurre eurobond per affrontare il problema del debito sovrano di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia è stata rilanciata a Strasburgo dal presidente della Commissione José Manuel Barroso. Ma Rà¶sler ha ribadito il «no» del suo governo. Anche altre misure anticrisi come l’aumento del fondo salva-Stati, la tassa sulle transazioni finanziarie, sanzioni per i Paesi con i conti pubblici fuori controllo, hanno trovato resistenze, che verranno affrontate da domani all’Eurogruppo/Ecofin informale dei ministri finanziari in programma a Wroclaw in Polonia. All’incontro è atteso anche il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, che ha affermato «è interesse degli Usa aiutare l’Europa», ma ha esortato i Paesi Ue (soprattutto la Germania) a intervenire con maggiore rapidità  sulla crisi.
A Strasburgo il ministro delle finanze polacco Jacek Rostowski, in rappresentanza della presidenza di turno dell’Ue, ha ammonito a «salvare l’euro a ogni costo» perché «se l’Eurozona dovesse collassare o sparire, la stessa Ue potrebbe non sopravvivere». Barroso ha confermato che presenterà  presto «le opzioni per l’introduzione degli eurobond e della tassa sulle transazioni finanziarie», due misure da tempo appoggiate dall’Europarlamento. L’annuncio rassicurante di Parigi e Berlino su Atene, che a sua volta ha promesso ulteriori interventi di risanamento, esorta i governi a procedere con l’aumento del fondo salva-Stati e con gli altri impegni presi nel vertice del 21 luglio scorso. Sarkozy ha detto «faremo di tutto» per salvare la Grecia. È stato così attenuato il declassamento di Moody’s per Crédit Agricole e Societé Générale, inizialmente visto dai mercati come un allarme sull’esposizione del sistema bancario francese in Grecia. Le Borse europee sono risalite con Milano a + 2,69%, Francoforte a +3,36 e Parigi a + 1,87%. Lo spread tra il Btp italiano e il Bund tedesco è sceso intorno a 370 punti base, ben sotto la pericolosa quota 400. In Austria una commissione parlamentare ha provocato uno slittamento del via libera all’aumento del fondo salva-Stati, subito ridimensionato dalle rassicurazioni del governo di Vienna. Non si placano poi le proteste degli eurodeputati contro la proposta personale del commissario tedesco Gunther Oettinger di «sanzionare in modo simbolico» i Paesi con i conti pubblici fuori controllo alzando a mezz’asta le loro bandiere a Bruxelles. La Commissione europea ha preso le distanze dal suo membro tedesco e Oettinger ha già  fatto una imbarazzata retromarcia.


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