«Bene il voto, ora inchiesta sui pm»

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ROMA — Soddisfatto per la prova della maggioranza che alla Camera ha respinto il voto di sfiducia sul ministro proposto dalle opposizioni, ma allo stesso tempo amareggiato per la «persecuzione» giudiziaria nei suoi confronti al punto che sta meditando di «sfogarsi andando in tv e di spiegare agli italiani cosa sta accadendo».

Silvio Berlusconi non commenta ufficialmente la pronuncia dell’Aula di Montecitorio, fa circolare la propria opinione attraverso la voci riportate da altri: «Abbiamo dimostrato che la maggioranza c’è ed è molto forte e abbiamo i numeri per fare le riforme». Il premier abbraccia Romano. E il ministro dell’Agricoltura riferisce quanto gli ha detto il Cavaliere: «Contando gli assenti la maggioranza non è 315 ma 325 deputati». Quella di ieri, rispetto al voto sulla richiesta di arresto di Marco Milanese della scorsa settimana, era considerata una verifica importante certo ma non al punto da potere mettere in discussione la coalizione, anche perché lo scrutinio è stato palese e non segreto e quindi più facilmente controllabile.

In ogni caso, Berlusconi si lascia andare a una serie di amare considerazioni, rispondendo alle domande che gli vengono rivolte dal Tg5 in occasione del suo compleanno, dato che proprio oggi il Cavaliere compie 75 anni. «Non c’è nulla da festeggiare per le calunnie che ogni giorno mi piovono addosso. Mi stanno preparando proprio un bel regalo».

Le parole del premier alludono alle indagini in corso. «La cosa che più mi dà  fastidio — insiste — è che mi si attacchi per le mie cene: stanno facendo una campagna per calunniarmi. La calunnia è diventata realtà  perché c’è tanta gente che la pensa come i pubblici ministeri e invece alle mie feste non c’è stato mai nulla di scandaloso».

Berlusconi appare scuro in volto, mostra un umore cupo. Ma nonostante questo stato d’animo vorrebbe che come regalo di compleanno «si mettessero da parte i contrasti e gli scontri e si lavorasse tutti assieme per rilanciare l’economia e per portare l’Italia fuori da questa crisi».

In Aula, parlando con alcuni deputati del Pdl che poi riferiscono le sue parole, il Cavaliere si sfoga sostenendo di essere «vittima di una vera e propria persecuzione giudiziaria», visto che nei suoi confronti è stata scatenata «una vera e propria guerra da parte di alcune Procure» con l’obiettivo di farlo fuori dalla scena politica, alterando la volontà  popolare. E ricorda, ad esempio, che i pm di Napoli avrebbero voluto ascoltarlo come testimone e poi trasformare nel corso della audizione la sua posizione comunicandogli di essere indagato.

Insomma, a suo giudizio, fino a quando non faranno cadere l’esecutivo non si fermeranno. Di fronte a questo quadro Berlusconi ipotizza che sarebbe il caso di istituire «una commissione d’inchiesta sul comportamento dei magistrati».

Del resto questa idea non è nuova, dato che in passato è spuntata più volte, ma non se ne è fatto nulla. D’altronde è assai probabile che la stessa cosa avvenga ora perché per poterla istituire occorre una legge e il tempo a disposizione sino alla fine della legislatura non è molto, ammesso che la legislatura non termini anticipatamente come qualcuno comincia a dire apertamente.


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