Lascia lo stand per andare in bagno l’azienda gli fa una multa di 160 euro
GENOVA – «Mi hanno dato una multa da centosessanta euro, per essere andato due volte in bagno abbandonando lo stand». Alessandro, ventenne genovese è un cacciatore di contratti telefonici. Uno delle migliaia. Che a Repubblica, in cambio dell’anonimato, ha deciso di rivelare i retroscena del mestiere di precario. «Sessanta euro la seconda volta che si viene beccati a mangiare un panino sul posto di lavoro», aggiunge Alessandro. Alla terza penale la sanzione economica triplica e «viene accompagnata dal licenziamento», spiega. Sembra di essere finiti nella celebre opera di David Mamet, Glengarry Glen Ross, quella in cui, per il terzo venditore classificato, il premio era appunto un calcio nel sedere (una cadillac e un set di coltelli al primo e al secondo). Invece è la vita del venditore di contratti telefonici. A Genova alcuni “promoter” svelano l’esistenza di una sistema di penali, per altro largamente diffuso in tutta Italia, sulla cui legittimità i sindacati sono fortemente critici. Ma il titolare della società racconta la sua verità : i giovani non hanno voglia di lavorare e la penale è il solo modo per garantirsi dai “fannulloni”.
Davide Castello non ha la faccia né i modi dello schiavista e con la sua Progetto06 che ha un mandato di vendita Infostrada, lo scorso anno ha aperto addirittura 289 posizioni di lavoro. «Normale che siano così tanti a turnare – dice – , per fortuna la maggior parte trova di meglio da fare, ma molti li mando via perché non hanno voglia di far niente, stanno qui solo per guadagnarsi quel tanto da andare in discoteca o in ferie con la fidanzata e poi hanno papà e mamma che li mantengono». Confermano le sue parole una mezza dozzina di ragazzi che sono con Castello da due anni e si trovano benissimo. Anche con queste regole delle penali alle quali non ci si può neppure opporre? Insomma, se uno deve andare in bagno voi lo punite? «Diciamo le cose come stanno – risponde Castello – . Io lo stand nei centri commerciali lo pago milleduecento euro al mese, ma soprattutto sono i direttori delle catene che vogliono sempre la presenza di qualcuno, dicono che altrimenti si squalifica la struttura. Che uno che mangia rovina lo “charme”. E in bagno ci si può andare, basta metterci il tempo giusto. Il ragazzo che pensiamo si sia rivolto a Repubblica lo abbiamo sanzionato perché era uno che se ne stava in giro due ore e che in passato aveva anche fornito false informazioni per piazzare i contratti».
Per controllare gli standisti esiste una vera e propria rete di “spionaggio”. Ci sono i blitz improvvisi dei capigruppo della società , ma soprattutto sono le guardie giurate dei centri commerciali che segnalano le assenze prolungate. Anche il ritardo ha il suo prezzo: 50 euro la prima volta. «Ma se uno avvisa in tempo niente multa» precisa Castello.
Un altro aspetto legato alle penali sembra studiato apposta per stimolare una concorrenza spietata, come aveva raccontato Paolo Virzì nel suo film dedicato ai call center “Tutta la vita davanti” con Sabrina Ferilli. All’atto di siglare il contratto di collaborazione occasionale, nel modulo relativo alle penali è scritto che i soldi recuperati con le “multe” vengono raccolti in un fondo destinato ai più meritevoli, che tradotto nel gergo commerciale significa i venditori migliori, quelli che hanno strappato più contratti durante la settimana.
«Quando ho visto che i miei soldi finivano ad una collega avrei voluto strozzarla» confessa Alessandro. «È solo un modo per avere un po’ di meritocrazia. Anzi, chi oggi protesta sei mesi fa si prendeva anche lui le penali degli altri» sbotta Marco Mancuso, 29 anni, oggi manager dei venditori di Progetto06, che ha iniziato anche lui con gli stand e oggi è orgoglioso della sua carriera. «Ma se potessi scegliere – aggiunge – oggi prenderei solo gente dai 40 anni in su, i disoccupati, gente seria, costretta a lavorare per mantenere la famiglia, mica per andarsene a Ibiza…».
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