by Sergio Segio | 24 Settembre 2011 7:01
PARIGI. Il film Il presidente, il candidato, la principessa e i maneggioni è ambientato in un periodo che va dalla metà degli anni ’90 del ‘900 fino all’inizio degli anni 2000 e si conclude con una tragedia: la morte di 14 persone, tra cui 11 tecnici francesi, in un attentato a Karachi, in Pakistan, l’8 maggio 2002. Starring: Nicolas Sarkozy, attuale presidente della repubblica francese, ai tempi del film ministro del bilancio, in seguito agli interni dopo essere stato portavoce della campagna elettorale del candidato Edouard Balladur, primo ministro di Chirac dal’93 al ’95; Hélène di Jugoslavia, figlia di Maria Pia e nipote del re di maggio, Umberto II; una serie di personaggi di secondo piano, alcuni ben piazzati nei ministeri diretti successivamente da Sarkozy, Nicolas Bazire e Thierry Gaubert (oggi entrambi in stato di fermo) e altri ambigui trafficoni, ora al centro di scandali di denaro sporco legato alla politica, Ziad Takieddine e Robert Bourgi (il primo incriminato per aver preso tangenti nella vendita di sottomarini al Pakistan, il secondo trasformato in inquisitore del clan Chirac, accusato di aver ricevuto «valige» di soldi da numerosi dittatori dell’Africa francofona, un’accusa sospettata di essere fumo negli occhi per mascherare il Karachigate).
Sono questi i protagonisti principali di uno scandalo che potrebbe scoppiare nelle mani di Sarkozy, del Karachigate che potrebbe travolgere il presidente, che si difende, attaccando: l’Eliseo, con un comunicato di fuoco, giovedì ha definito «calunnie» le accuse, precisando che «il nome del capo dello stato non appare in nessun elemento del fascicolo». Come ha avuto questa informazione il presidente, si chiedono i magistrati, che accusano: «ci sono manifestatamente delle incursioni scandalose dell’esecutivo, in particolare dell’Eliseo, nelle procedure giudiziarie».
L’inchiesta sull’attentato di Karachi dura da tempo. La dirigono due giudici, che Sarkozy considera suoi nemici personali: Marc Trévidic, specialista della lotta antiterrorista, e Renaud Van Ruymbeke, specialista di questioni finanziarie. I due magistrati sono convinti che all’origine dell’attentato di Karachi ci sia un affare di corruzione: delle «bustarelle» versate all’entourage di Balladur, per finanziare la campagna del ’95 (quando il primo ministro tradì Chirac e lo sfidò al primo turno, con il sostegno di Sarkozy), pagate in seguito alla vendita al Pakistan di sottomarini francesi. I magistrati hanno messo in luce una matassa di società – la principale è la lussemburghese Heine – che sarebbero servite da cassaforte per i politici, grazie alle manovre del miliardario franco-libanese Ziad Takieddine. Anche l’ex moglie di Takieddine, l’americana Nicola Johnson, ha parlato nel corso di un interrogatorio. A sua volta, l’ex moglie di Thierry Gaubert, Hélène di Jugoslavia, ha detto ai poliziotti che l’ex marito aveva trasportato «valige» di soldi dalla Svizzera per finanziare la campagna di Balladur e le avrebbe consegnate a Nicolas Bazire, stretto collaboratore di Sarkozy (è stato testimone del matrimonio con Carla Bruni), allora direttore di gabinetto di Balladur. Gaubert, oggi in stato di fermo, in tutta illegalità è stato informato delle accuse dell’ex moglie dall’ex ministro degli interni Brice Hortefeux, grande amico di Sarkozy. I magistrati ne hanno la prova grazie a intercettazioni telefoniche. Grazie a un’altra intercettazione telefonica pubblicata da Le Monde, la figlia di Gaubert rivela: «credo che se Sarkozy non vince nel 2012, sono tutti morti». L’entourage di Sarkozy è in preda al panico. Le dichiarazioni e le prese di distanza dall’affaire si accavallano, contraddicendosi. «Eduard Balladur non se la caverà » afferma, sempre secondo Le Monde, un consigliere presente in questi giorni a New York con Sarkozy. Ma, aggiunge «Van Ruymbeke non riuscirà a colpire direttamente Sarkozy, però tutto ciò crea un brutto clima». Le famiglie degli 11 tecnici francesi deceduti nell’attentato di Karachi chiedono la verità : i loro figli, padri e mariti sono morti a causa delle guerre intestine tra fazioni della destra francese?
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