La manovra costa cara alle famiglie Confesercenti: stangata da 33 miliardi

by Sergio Segio | 18 Settembre 2011 6:59

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ROMA – Uno sciopero «simbolico» di tutti quelli che pagano le tasse. È la proposta che sta preparando la Uil di Luigi Angeletti perché troppi in Italia continuano a evadere, mentre chi ha la ritenuta alla fonte non può sottrarsi a una pressione fiscale che nel 2014 – secondo la Cgia di Mestre – è destinata ad arrivare in termini reali al 54 per cento. Pagheranno di più ancora le famiglie. Le stesse su cui – ha calcolato la Confesercenti – si scarica per oltre la metà  l’effetto-manovra: 33 miliardi su 54. Una mega-stangata.
Dunque, la protesta di chi paga le tasse (dagli operai fino ai dirigenti che comunque hanno il sostituto d’imposta) contro chi evade o elude. «Non chiediamo di fare sciopero e perdere altri soldi – ha spiegato Angeletti – ma pensiamo a una cosa simbolica per dire che questa è una situazione inaccettabile». D’altra parte le ultime tre manovre hanno decisamente ridotto le possibilità  della riforma fiscale che dovrebbe spostare il prelievo “dalle persone alle cose”, e cioè dall’Irpef all’Iva. Che da ieri, però, è già  aumenta dal 20 al 21 per cento. Con conseguenze inevitabili sui prezzi. Secondo il Codacons il 35 per cento dei negozi avrebbe già  ritoccato i listini. Di certo questa è la prospettiva, confermata, peraltro, dalle organizzazioni dei commercianti. «Deve essere evidente a tutti – ha voluto far sapere la Confcommercio – che l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva produrrà  inevitabilmente un piccolo scalino inflazionistico che contribuirà  a ridurre la già  bassa dinamica dei consumi delle famiglie e del Pil». La spesa famigliare crescerà  in media di 140 euro l’anno, secondo la Confesercenti; mentre la Federalimentare parla di 180 euro.
E contro la decisione di far leva sull’Iva per recuperare circa quattro miliardi di euro, si è schierato ieri il presidente della Camera, Gianfranco Fini. «È una scelta rischiosa – ha detto – perché si possono congelare ancora di più i consumi, ma è anche un’ingiustizia sociale perché chi se lo può permettere, potrà  pagare ad esempio un elettrodomestico un po’ di più, chi non può farlo non lo comprerà ». Piuttosto, Fini non avrebbe «esitato a mettere una patrimoniale vera». In questo d’accordo con Rifondazione comunista che per oggi ha organizzato in cento piazze d’Italia il “Patrimoniale day”.
Ma la strada per ridurre il peso delle tasse su chi le paga passa solo da una efficace lotta all’evasione fiscale. Ieri il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, è tornato a sottolineare la necessità  di ridurre al minimo l’uso del denaro in contante per restringere i confini dell’evasione. Nella stessa direzione si muove l’abbassamento delle soglie di rilevanza penale per i reati tributari, previsto dall’ultima manovra: 30 mila euro per far scattare i reati di dichiarazione fraudolenta o di messa dichiarazione o di 50 mila per quello di dichiarazione infedele. «In questo modo – ha detto il direttore dell’accertamento delle Agenzie delle entrate, Luigi Magistro – si amplia la platea degli evasori che rischiano di rispondere penalmente per l’evasione: prima si trattava di alcune decine di migliaia, oggi sono alcune centinaia di migliaia».

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