La Lega si allinea ancora: non bocceremo il ministro

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MILANO — Il «che fare» del Pdl investe il Carroccio, con le brusche prese di posizione di Gianni Alemanno («Ridimensionare la Lega») e l’invito alla cautela di Alfano. Ma i padani, a loro volta, restano alle prese con un quesito simile ma contrario: che fare con Silvio Berlusconi?

Quella dell’eurodeputato Matteo Salvini è una voce vicina alla base del movimento: «Non penso — tuona ai microfoni di SkyTg24 — che avanti in questa maniera si vada oltre qualche mese. Non so chi si debba dimettere, ma avanti così non si va. E la Lega di pazienza ne ha avuta anche troppa».

Il riferimento è al voto in Aula sull’arresto dell’ex braccio destro di Giulio Tremonti, Marco Milanese. Eppure, la linea è già  tracciata anche sulla prossima prova d’Aula: mercoledì la Lega voterà  contro la mozione di sfiducia nei confronti del ministro all’Agricoltura Saverio Romano. Lo ha annunciato il capogruppo a Montecitorio Marco Reguzzoni: «Abbiamo votato compatti contro l’arresto di Milanese e la settimana prossima bocceremo la sfiducia al ministro Romano».

Il capo dei deputati, che si è detto «molto sorpreso» dall’assenza di Giulio Tremonti durante il voto, ha anche tracciato, in un’intervista al Messaggero, un’ambiziosa roadmap: «Avendo i numeri in Parlamento non abbiamo più scuse: ridurremo il numero dei parlamentari, rilanceremo l’economia con la semplificazione e la sburocratizzazione, faremo la riforma del Fisco e della giustizia civile». Va anche detto che la scelta sulla sfiducia al ministro sarà  fatta non già  a voto segreto, ma per appello nominale. Resta il fatto che nel movimento le dichiarazioni di ieri del ministro («Sono il leader di un partito politico che sostiene il governo») sono piaciute pochissimo. Ha aggiunto Romano: «La Lega vota contro la mafia e contro la mozione di sfiducia che mi riguarda». Brontola un deputato in camicia verde: «Cosa è, una sfida?».

Il lavoro, comunque, è ora quello di far digerire le novità  ai militanti che, almeno a giudicare da quanto si scrive sui forum più o meno vicini al movimento, non hanno gradito affatto gli ultimi passaggi politici. La segreteria del Carroccio milanese, per esempio, ha indetto per i prossimi giorni una serie di incontri con gli elettori. Spiega il segretario Igor Iezzi che «in questo momento è fondamentale spiegare ogni passaggio alla nostra gente. È un lavoro di controinformazione rispetto alle frequenti balle della grande stampa: dobbiamo chiarire a tutti quali sono i termini reali che stanno dietro alle scelte della Lega». Il deputato bergamasco Giacomo Stucchi sulla Padania di oggi la spiega così: «Se Berlusconi cadesse si aprirebbe una crisi politica al buio che è esattamente lo scenario al quale mirano vecchi e nuovi oppositori del governo». E se «la Lega è al governo» per fare le riforme, «sono certo che il nostro popolo ha ben presente questo rischio e che condivida quindi la scelta di responsabilità  fatta dal Carroccio». Intanto però Antonio Di Pietro attacca i leghisti così: «Dicevano di voler addirittura impiccare i parlamentari corrotti o sospetti di legami con la mafia, mentre la settimana prossima confermeranno la fiducia al ministro accusato di essere in combutta con i mafiosi».

Ma c’è anche una seconda linea che dovrebbe dare nuovo slancio al movimento. Bossi, a Venezia, l’ha sintetizzata così: «Se l’Italia va giù, sale la Padania». Più articolata la spiegazione del deputato Massimo Garavaglia sulla Padania di qualche giorno fa. L’idea è che «in caso di crisi greca, l’euro sparirebbe e a questo punto potrebbero “vincere” i contribuenti tedeschi che spingono verso la nascita di un doppio euro». Il resto del ragionamento è in discesa: «Per la Padania sarebbe il momento delle scelte. Da che parte stare? Con l’Europa che conta o con quella di serie B?». Garavaglia suggerisce che il Nord si accolli una quota parte del debito pubblico ben superiore a quella dovuta: «La Padania potrebbe rientrare nei parametri europei se non dovesse più gettare dai 50 ai 70 miliardi di euro l’anno nel calderone romano». Quanto al Centro-Sud, «si troverebbe ad avere un debito del 70%, uno dei più virtuosi del mondo moderno». Contenti tutti?

E intanto, la Velina verde è tornata a farsi sentire. Il misterioso (ancora per poco) blog leghista che nelle scorse settimane aveva attaccato Roberto Maroni, ieri scriveva: «Noi siamo la pistola fumante della base incazzata che non ne può più di poltronieri e intrallazzi».


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