La finanza si può tassare Ma l’Italia aumenta l’Iva Due scelte a confronto
Su richiesta dell’Unitaid, uno studio di consulenza finanziaria ha preparato un vero e proprio manuale d’uso su come introdurre la tassa in maniera unilaterale in Francia. La ricerca conferma la fattibilità tecnica di questa misura e stima un gettito per i nostri vicini d’oltralpe di oltre 12 miliardi di euro l’anno.
Lo studio riporta anche una stima del gettito potenziale negli altri paesi del G20. Per l’Italia, la cifra sfiora i 10 miliardi di euro l’anno, un quinto della manovra complessiva introdotta dal governo. Come spiegano gli estensori della ricerca, il numero di transazioni – e quindi il gettito – sono in realtà sottostimati: non vengono considerate le operazioni fuori mercato tra privati, e soprattutto lo studio esclude le transazioni in valuta. Se la Ttf fosse applicata in una zona valutaria, come la zona euro, e si considerassero quindi anche queste operazioni, il gettito per singolo paese aumenterebbe in maniera sostanziale.
Consideriamo una stima più cauta, poniamo che le entrate reali per l’Italia siano anche solo la metà : 5 miliardi di euro l’anno; sarebbe comunque una cifra superiore a quanto il nostro governo si aspetta dall’aumento dell’Iva deciso nell’ultima manovra finanziaria. Confrontiamo queste due scelte: tra aumentare l’Iva e introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie ci sono differenze sostanziali negli effetti economici e sociali. Vediamone alcune.
Caratteristiche: l’Iva è un’imposta sui consumi, che va a pesare in misura relativamente maggiore sulle classi più povere, è cioè regressiva. La Ttf sarebbe pagata principalmente dagli speculatori, dai grandi attori finanziari e comunque dalle persone più ricche.
Visione: la crisi nasce dai mercati internazionali. L’Iva ricade sui cittadini italiani, la Ttf si può applicare in un singolo Paese, ma è pensata per essere introdotta in tutto il mondo, ovvero non si scarica il peso della crisi sui consumatori italiani ma si cerca una soluzione globale a un problema globale.
Modello economico: l’Iva colpisce l’economia reale e continua a lasciare indisturbata la finanza, che oggi ha una tassazione del tutto insufficiente o nulla. La Ttf libera risorse che oggi sono unicamente destinate a produrre soldi dai soldi per i grandi speculatori, e le riporta nell’economia reale.
Effetti: l’aumento dell’Iva rischia di deprimere i consumi in una fase di crisi, aggravando la situazione attuale. La Ttf pone un freno alla speculazione, dando un contributo decisivo a riportare sotto controllo la finanza-casinò e attaccando alla radice le cause della crisi. Per le imprese italiane, la Ttf significa meno incertezze sui mercati e maggiore stabilità per l’import-export.
Conti pubblici: la diminuzione dei consumi legata all’aumento dell’Iva potrebbe peggiorare il rapporto debito/Pil e quindi i conti pubblici in Italia. La Ttf è uno strumento di straordinaria efficacia contro la speculazione, e in particolare quella che in questi mesi ha preso di mira i titoli di Stato italiani.
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