by Sergio Segio | 28 Settembre 2011 6:27
Grazie agli sponsor Barilla, Mediaset e naturalmente le banche, il pur costoso festival verdiano di ottobre si farà . I biglietti per il Falstaff inaugurale sono già introvabili. Non saranno certo i due milioni di euro (del ministero) che mancano a impressionare i parmensi, noti melòmani a prescindere dai gusti politici.
Due milioni sono una bazzecola, di fronte al deficit di almeno 400 milioni di un’amministrazione comunale giunta al capolinea. Ad assistere al giocoso melodramma del maestro di Busseto non ci sarà però il sindaco Pietro Vignali. Ormai un ex, nonostante il pervicace silenzio che accompagna la decomposizione della sua squadra di governo. Decimata dalla magistratura, oltre che dalle crisi di coscienza degli assessori che in questi mesi si sono dimessi. Così al Regio, nel posto riservato al primo cittadino, siederà un commissario prefettizio. Manca solo l’ufficialità , dopo che nel tardo pomeriggio sia il Pdl che Parma Civica, lista personale di Vignali, decretano la fine del mandato amministrativo dell’ex pr delle discoteche più «in» della città . Abbandonato anche dal suo antico mentore Gianfranco Ubaldi: «Andare avanti non ha alcun senso». Un giudizio, quello dell’ancora potente ex primo cittadino di Parma, che ha il peso specifico di una pietra tombale.
In una giornata che per molti versi ha del surreale, all’indomani dell’arresto dell’ennesimo assessore comunale – questa volta è toccato a Giovanni Paolo Bernini – intervengono tutti tranne il sindaco. Silenzio assoluto da Vignali, asserragliato in palazzo comunale mentre, sotto i Portici del Grano, almeno per un giorno la protesta degli «indignati» non fa rumore. C’è un motivo: fra le possibili prove di resistenza del sindaco e di quel che resta della giunta comunale, si fa strada anche l’ipotesi che giovedì, nel giorno dell’ultimo consiglio comunale utile per l’approvazione del bilancio consuntivo, l’amministrazione cittadina con la maggioranza che lo sostiene non si presenti in aula. Ufficialmente per paura delle possibili reazioni violente della folla. In realtà per evitare, con la mancanza del numero legale, una conta che sancirebbe definitivamente la fine del mandato. Con il possibile rinvio dell’assemblea degli eletti dal popolo. Non oltre il 4 ottobre, fanno peraltro sapere informalmente dalla Prefettura. Comunque sia, nel pomeriggio, la conferenza dei capigruppo dà il via libera al consiglio di domani, con all’ordine del giorno il quarto assestamento di bilancio. Per cercare di quadrare i conti un’ultima volta, prima dell’intervento della magistratura contabile.
«Sono in corso confronti tra i gruppi e le diverse forze della maggioranza e tra questi e il sindaco, il quale al termine comunicherà la sua decisione». Questo il solo messaggio che il portavoce del sindaco Andrea Ansaloni affida ai media, al termine della riunione dei capigruppo. Di ben altro tenore la comunicazione del segretario provinciale del Pdl: «Di fronte all’obiettivo di far proseguire l’amministrazione comunale – fa sapere Luigi Giuseppe Villani – non possiamo non considerare che è intervenuta una grave vicenda con accuse di corruzione che riguardano un amministratore appartenente al Pdl, e che creano ulteriore sfiducia nei cittadini di Parma. Questo deve portare a una riflessione su ciò che è bene per la città . Personalmente ritengo che anche obiettivi a brevissimo termine non siano perseguibili in una situazione di grave precarietà politica». Emblematicamente sulla stessa linea il Pd, principale partito di opposizione in città : «Questo sindaco deve dimettersi – chiedono Davide Zoggia e Nico Stumpo – consentendo alla città di andare a un commissariamento, in grado di trainare l’attività amministrativa fino alle elezioni della prossima primavera».
Quanto alla società civile, il Popolo viola lancia un ultimo appello, a nome non solo degli indignati parmesi: «Se intendono rinviare ‘sine die’ il consiglio comunale, abbiano la decenza di ammetterlo e di andare a casa. Noi non siamo violenti, l’abbiamo dimostrato nelle dieci manifestazioni precedenti. I consiglieri e gli assessori non hanno mai subito atti di violenza, anche quando passavano all’interno dei manifestanti con fare arrogante e provocatorio». E con quel buco monstre di bilancio che ha interessato anche il prestigioso quotidiano francese Le Monde, pronto a dedicare la settimana scorsa una intera pagina al «caso Parma».
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