Kenya: si punta sulla ricerca per alleviare la crisi causata dalla siccità 

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In esclusiva da News from Africa
NAIROBI – Esperti della sicurezza alimentare e agricola hanno fatto appello per un ingente incremento della ricerca al fine di alleviare gli effetti della siccità , che attualmente devastano le nazioni del Corno d’Africa. La siccità  – la peggiore in 60 anni – ha già  spinto 13 milioni di persone sull’orlo della morte per fame. In una conferenza stampa a Nairobi, recentemente, gli esperti hanno osservato che mentre gli attuali sforzi per il soccorso sono ammirabili, c’è un urgente bisogno di cercare soluzioni permanenti alle ricorrenti crisi alimentari.
“Gli interventi di emergenza attualmente in corso sono vitali e benvenuti. Ma sappiamo tutti che possono far poco per far fronte ai problemi di fondo che ci hanno portato qui – ha affermato Lloyd Le Page, direttore generale del Consorzio del Gruppo Consultivo per la Ricerca Agricola internazionale (Cgiar) -. L’attuale situazione in Kenya e nel Corno d’Africa dovrebbe servire come campanello d’allarme per cittadini, agricoltori, scienziati, politici ed avvocati che lavorano nella regione. Possiamo prevenire che questo accada di nuovo se adottiamo gli strumenti necessari per resistere nonostante la crescente insicurezza”.

Le Page ha affermato che più di 2 mila scienziati Cgiar nell’Africa dell’Est stanno attualmente lavorando con istituti di ricerca come l’Istituto per la Ricerca Agricola del Kenya (Kari) per sviluppare innovazioni e tecniche rivolte a colpire le complesse sfide affrontate oggi e quelle che saranno probabilmente le sfide di domani in un future prossimo. “Agricoltori ed altri attori interessati devono essere coinvolti nella ricerca. La crisi alimentare nel Corno d’Africa ribadisce il bisogno di programmi di ricerca e partenariati che possono generare miglioramenti a lungo termine. Gli agricoltori hanno bisogno di una diversità  di approcci per raggiungere la sicurezza alimentare”, ha affermato.
L’iniziativa di partenariato sta già  maturando i primi frutti. Gli agricoltori in Kenya ed altrove nella regione che stanno piantando le varietà  di mais resistente alla siccità  di Cgiar hanno drasticamente incrementato il raccolto anche in condizioni di piogge estremamente scarse. “Dobbiamo fornire soluzioni che rispondano alle pressanti condizioni crescenti causate dal cambiamento climatico. In alcune parti dell’Africa, raggiungere la sicurezza alimentare in condizioni metereologiche più calde e più secche potrebbe richiedere di dover passare dal mais a raccolti più resistenti come il sorgo, il fagiolo dall’occhio e il miglio – ha osservato Le Page -. Per ottenere ciò, ci stiamo associando con organizzazioni come l’Agra al fine di sostenere piccole imprese di sementi che migliorano l’accesso degli agricoltori a tali colture resistenti alla siccità  vendendo loro piccoli pacchetti economici.”

Tale opinione è condivisa da Namanga Ngongi, presidente dell’Alleanza per una Rivoluzione Verde in Africa (Agra), che ha fatto appello per un incremento della ricerca sulle colture resistenti alla siccità  come i fagioli dall’occhio, la cassava ed il sorgo. “Abbiamo bisogno di cambiare le nostre abitudini alimentari. Dobbiamo incoraggiare gli agricoltori a passare a colture che possano sopportare la siccità , oltre ad avere un periodo di maturazione breve. Il fagiolo dall’occhio, ad esempio, può essere raccolto entro 50, 60 giorni dalla semina ed è risultato efficace nell’Africa Occidentale”, ha detto Ngongi.
Ciò che resta da fare, secondo Ngongi, è di aggiungere valore a queste colture e introdurle sul mercato come alternative al mais che è l’alimento base preferenziale. Ma perché ciò avvenga c’è bisogno di assicurazioni sul raccolto e il bestiame per difendersi dalle perdite che gli agricoltori potrebbero subire a causa della siccità . Ha inoltre aggiunto che il settore privato deve essere coinvolto negli investimenti nell’agricoltura come avviene già  nell’Africa occidentale.

Poiché l’attuale crisi alimentare è stata largamente causata da una eccessiva dipendenza da agricoltura legata alla pioggia, una delle innovazioni propagandate dai ricercatori è la gestione dell’acqua, inclusa la costruzione di dighe sotterranee che aiuterebbero nella raccolta di acqua piovana. David Miano, vicedirettore per la Ricerca sulla Produzione Animale e l’Istituto per la Ricerca Agricola in Kenya (Kari) ha annunciato che l’Istituto è già  impegnato in tale iniziativa, oltre a condurre ricerche sulla gestione del raccolto e delle risorse naturali. Secondo i ritrovamenti delle ricerche dell’istituto, le abitudini alimentari sono ora cambiate nella regione orientale del Kenya Ukambani, dove gli agricoltori stanno piantando sorgo e miglio piuttosto che mais. “Gli agricoltori della regione stanno molto meglio dopo aver abbandonato la coltura di mais che è prona al fallimento”, ha detto Miano.

Ma l’anello mancante, ha detto, è trasformare i risultati della ricerca in prodotti commerciali. E’ su questo sfondo che Kari si è unito a Birrerie dell’Africa Orientale Limited (Eabl) come strategia per immettere nel mercato i prodotti degli agricoltori. Eabl ha investito 2,6 milioni di dollari nel sorgo per malto, ed in seguito all’accordo di partenariato, il prezzo del sorgo si è triplicato, con soddisfazione degli agricoltori.
In termini di gestione delle risorse naturali, Kari è stato in prima linea nel miglioramento dell’irrigazione con lo sviluppo di metodi adeguati di irrigazione che non producano salinità . Non vanno dimenticati inoltre gli allevatori, che stanno man a man venendo integrati nel sistema economico formale. Nel nord del Kenya, ad esempio, una ricerca condotta dal Kari ha rilevato che gli unici animali che producono latte durante la siccità  sono i cammelli. “Abbiamo capito che era necessario investire di più sui cammelli. Di conseguenza il latte di cammello è diventato una risorsa principale di guadagno per gli agricoltori, che sono stati assistiti con attrezzature di refrigerazione per permettere loro di trasportare il latte a mercati estesi”, ha affermato Miano.  (Zachary Ochieng. Traduzione di Sara Marilungo)

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