by Sergio Segio | 7 Settembre 2011 6:44
ROMA — Aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva dal 20 al 21%, contributo di solidarietà del 3% sui redditi oltre i 300 mila euro annui, accelerazione del percorso di adeguamento dell’età per le pensioni di anzianità delle donne, nel settore privato, a 65 anni. Di fronte al nervosismo dei mercati, e dopo l’appello del presidente della Repubblica a rafforzare la manovra per renderla più credibile, il governo rimette le mani sul piano per l’anticipo del pareggio di bilancio al 2013.
Nella manovra di Ferragosto, insieme a una modifica delle nuove norme penali sul carcere per gli evasori, entra così, a integrale miglioramento dei saldi e non per coprire altre spese, un nuovo aumento delle tasse che vale altri 4 miliardi di euro l’anno. Portando il totale delle misure di correzione del deficit pubblico a 4 miliardi sul 2011, 10 sul 2012, 28 nel 2013 e a 51 nel 2014. Che naturalmente si sommano agli interventi decisi già a luglio che portano l’entità della manovra complessiva a cifre da capogiro: 4 miliardi nel 2011, 28 l’anno prossimo, 54 nel 2013 e 60 nel 2014. Tutte le nuove entrate arriveranno dall’aumento dell’Iva, quindi dalle tasse sui consumi, visto che il gettito del contributo di solidarietà , come i risparmi di spesa sulle pensioni delle donne nei primi anni, sono irrisori.
A essere colpiti dall’inasprimento dell’Iva saranno tutti i servizi (da quelli professionali alle bollette e alle tariffe) e un gran numero di beni. Di fatto restano esclusi dagli aumenti solo gli alimentari (ma non tutti, solo quelli considerati essenziali), l’editoria, bar, ristoranti, alberghi e ristrutturazioni edilizie. Con l’incremento deciso ieri, per giunta, l’aliquota ordinaria dell’imposta sul valore aggiunto in Italia diventa tra le più alte nella zona euro: ci superano solo la Finlandia (25%), poi Grecia e Portogallo (23%), e arriviamo al livello del Belgio e dell’Irlanda.
Per integrare la manovra sotto il profilo dell’equità (l’aumento dell’Iva colpisce tutti nella stessa misura, quindi fa più male ai poveri che ai ricchi), arriva anche il contributo di solidarietà sui redditi più alti. Era già entrato nella prima versione del decreto (quella decisa ieri è la terza modifica sostanziale della manovra bis), e doveva colpire i con una sovrimposta del 5% i redditi oltre 90 mila euro e del 10% quelli oltre i 150. Poi era saltato e ora ritorna, ma solo per i super ricchi, e in misura più limitata. Il vertice di maggioranza, nel pomeriggio, aveva proposto una soglia di 500 mila euro, il Consiglio dei ministri l’ha ridotta a 300 mila. Chi dichiara più di quella cifra dovrà versare al Fisco, sulla porzione di reddito eccedente, un 3% in più. A essere colpiti, in buona sostanza, saranno appena 34 mila contribuenti: il 53% sono dipendenti del settore privato, l’8,5% dipendenti pubblici, il 34% lavoratori autonomi. Con un gettito ancora da cifrare, ma che dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni di euro.
L’ultima modifica alla manovra riguarda l’età per la pensione di anzianità delle donne nel settore privato. Il progressivo adeguamento dai 60 ai 65 anni partirà nel 2014 e si concluderà nel 2026. Nel primo anno è previsto l’aumento dell’età minima di un mese, due nel secondo anno, tre nel terzo e così via, per procedere con scatti semestrali a partire dal 2020. Anche questa è una norma di sistema, introdotta per rendere più credibile il piano di risanamento anche sul lungo periodo, perché comincia a portare gettito dopo il 2014 (appena 112 milioni di euro), quando il pareggio di bilancio dovrebbe essere già raggiunto, e produce i suoi pieni effetti solo nel 2026.
Ieri il governo ha deciso di accelerare anche la riforma della Costituzione, dove verranno inserite la cosiddetta «regola d’oro», ossia il vincolo al pareggio di bilancio, e l’abolizione delle Province, con il passaggio alle Regioni di funzioni, competenze e personale. Il disegno di legge costituzionale, secondo quanto ha deciso il vertice di maggioranza, sarà approvato domani stesso dal Consiglio dei ministri.
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