Intercettazioni, il Pdl accelera La tentazione della fiducia

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ROMA — «Piuttosto che niente, meglio il testo Mastella sulle intercettazioni», minimizza il ministro Ignazio La Russa. Eppure — ora che Silvio Berlusconi rischia di essere indagato a Bari nell’inchiesta su Gianpaolo Tarantini e le sue escort — il piano del governo è più ambizioso e mira, con probabile voto di fiducia da chiedere già  ai primi di ottobre alla Camera, al silenzio assoluto sulle intercettazioni fino alla sentenza di appello. Un «black out» che varrebbe anche per i procedimenti in corso al momento di entrata in vigore della legge che, però, dovrà  ripassare dal Senato prima dell’entrata in vigore.

Stamattina è convocata una riunione del Pdl con il segretario Alfano, il ministro Palma, l’avvocato Ghedini, il capogruppo Cicchitto, i deputati Costa, Sisto, Paniz, Contento e alcuni senatori per mettere a punto quello che il Pd ha già  ribattezzato come il «colpo di mano sulle intercettazioni». Infatti si riparte dal testo Alfano ripristinando però il ben più duro giro di vite sulla pubblicazione degli atti di indagine contenuto nel vecchio ddl Mastella. Il divieto assoluto voluto dall’ex Guardasigilli, dunque, procederà  di pari passo all’udienza filtro (che seleziona le intercettazioni penalmente irrilevanti destinate al macero) e alle pesanti sanzioni economiche per gli editori «fuorilegge» previste dal ddl Alfano.

Ma c’è altro, segnala Donatella Ferranti (Pd): «Il richiamo alla legge Mastella è uno specchietto per le allodole; la verità  è che vogliono affossare uno strumento d’indagine fondamentale per la lotta alla criminalità  modificando anche i presupposti per le intercettazioni». La Ferranti dice questo perché Enrico Costa (Pdl) ha già  annunciato che esiste la strada regolamentare per modificare anche quelle parti del testo già  approvate da Camera e Senato: «Sul ddl Alfano non esistono limiti tecnici all’emendabilità ». E sembra che su questo metodo di lavoro sia d’accordo anche il presidente Gianfranco Fini e di conseguenza il relatore Giulia Bongiorno (Fli).

Insomma, è tutto pronto anche se, conferma il sottosegretario Caliendo, va smussata la norma che estende ai blog la legge sulla stampa del 1948 sul diritto di rettifica. Contro il «bavaglio a Internet» è prevista una manifestazione a Roma (domani alle 15 al Pantheon), ma a preoccuparsi sono anche 5 deputati della maggioranza (Cassinelli, Palmieri, Scandroglio, Barbareschi, Murgia) che hanno presentato un emendamento: per escludere «i soggetti che non hanno l’obbligo di registrazione», i blog, e per ridurre al minimo le ammende.

Un’altra grana per il Pdl, però, arriva dalla Lega che ora fa un passo indietro su un’altra legge ipergarantista che oggi inizia il suo iter alla Camera. Il tema è il «processo lungo» con la lista sconfinata di testimoni convocabili dalla difesa: «Non c’è urgenza», dice la relatrice Carolina Lussana, che aveva ideato il ddl per escludere dal rito abbreviato i reati puniti con l’ergastolo. Ma il ministro Nitto Palma ha detto al Senato che «ci si occupa troppo dei processi destinati alla prescrizione». Basterebbe mandare avanti tutti gli altri processi, ha chiosato Palma, per evitare i «170 mila reati prescritti ogni anno»


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