Indagati i vertici del Gemelli “Errori nella prevenzione è epidemia colposa di tbc”
ROMA -Epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio. Sono questi i reati per cui la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati i vertici del Policlinico Agostino Gemelli. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani e dal pubblico ministero Alberto Pioletti, era stata avviata tre settimane fa quando è trapelata la notizia che un’infermiera in servizio presso il reparto di neonatologia dell’ospedale aveva contratto la tubercolosi. Immediato il rischio di contagio e altrettanto immediati, a quel punto, i controlli sui piccolissimi pazienti: ieri sera il conto dei positivi era salito a 122. Oltre a questi, c’è anche una bambina nata al Gemelli a marzo che ha già sviluppato la tbc e, da un mese, è ricoverata al Bambin Gesù. Lì i carabinieri del Nas si recheranno nei prossimi giorni per acquisire materiale utile anche per capire se il ceppo della malattia contratta dalla neonata è lo stesso dell’infermiera.
Ancora non si sa quanti siano gli indagati, né i loro nomi. Certo è che, secondo gli inquirenti, i vertici dell’ospedale non avrebbero adottato tutte le misure preventive previste dalla legge. Non a caso l’infermiera era già risultata positiva alla tbc nel 2004 e, secondo il marito, avrebbe contratto il bacillo quando lavorava nel reparto di fisiopatologia respiratoria.
La procura, dunque, come richiesto dal Codacons nei giorni scorsi, ha deciso di percorrere la strada dell’epidemia colposa. E ha affidato ad alcuni consulenti una perizia per capire se, in termini medici, il fatto che oltre cento bambini risultino solo positivi al test della tbc e non realmente contagiati, sia comunque compatibile con l’ipotesi di epidemia colposa.
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