IL PASSO INDIETRO

by Sergio Segio | 18 Settembre 2011 7:40

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Ma è mai possibile che non uno dei numerosi vassalli, di fronte alle rivelazioni impudiche che ormai ci arrivano addosso come marosi, senta il dovere di prendere le distanze dal fango e dalla volgarità , se non in nome della propria coscienza, per timore del severo giudizio che un giorno potrebbe arrivare sul loro comportamento da parte dei propri figli, in nome insomma della posterità  e della non proprio silente riprovazione del mondo intero che ci osserva a bocca aperta?
Penso a personaggi come l’onorevole Maurizio Lupi, un cattolico che ciancia spesso dei suoi ideali e dell’onestà  del suo impegno politico. Quali ideali, onorevole Lupi? Io, quando leggo delle «prodezze» del signor B. mi sento calato in un clima etico-ideologico degno dei peggiori «eroi» di de Sade, non soltanto cinici e maniaci come nazisti ante-litteram, ma teorizzatori di un machismo a oltranza per il quale l’universo femminile è niente più che un parco divertimenti per uomini super-potenti, super-dotati, super-violenti.
Il signor de Sade! In La nouvelle Justine Coeur-de-Fer, rivolto all’infelice protagonista del libro, così si esprime: «…essendo l’intenzione della natura quello che ogni individuo realizzi quaggiù tutti gli scopi per i quali è stato creato, ed essendo le donne solamente per servire i godimenti degli uomini, è evidente che, resistendo alle sue mire, voi la oltraggiate; così facendo, scegliete di essere una creatura inutile al mondo e di conseguenza spregevole…»
Che Berlusconi la pensi così è da tempo fuori dubbio. La pensa così anche lei, onorevole Lupi? La pensa così anche lei, presidente Roberto Formigoni? La pensa così anche lei, onorevole Osvaldo Napoli? La pensa anche lei così, ministro Mara Carfagna? Anche lei, ministro Mariastella Gelmini? Possibile che non uno/una di voi, quale che sia l’incarico ricoperto, si dimetta, alzi un dito e dica, alla maniera dello storico linguista partenopeo Basilio Puoti, «Amici, me ne vado, e si può dire anche io me ne vo»?
So bene che qualche cauta dissociazione c’è stata: per esempio quella dell’onorevole Giuseppe Pisanu, che ha chiesto a Berlusconi di farsi da parte.
Mah! Onorevole Pisanu, non sarebbe stato meglio se si fosse dimesso lei? Se avesse avuto quello scatto d’orgoglio necessario per gridare a tutti di avere le scatole piene del porcile? Di essere ansioso di tacitare la propria coscienza inquieta? Di essere preoccupato per il proprio futuro, preoccupato di perdere la stima di un’Italia esterrefatta e stanca?
Che cosa ridicola: tutti chiedono a Berlusconi di dimettersi (ben sapendo che non si dimetterà  mai), incapaci di compiere loro, in prima persona, il grande gesto. Lo dico non soltanto per quel che riguarda le residue persone perbene che ancora si accalcano sotto l’ombrello del premier, ma anche per quella sinistra che a sua volta non sa fare di meglio che invitare Berlusconi, in modo ridicolmente petulante, «a fare un passo indietro»
Ho il torto di pensare che forse un passo indietro dovrebbe farlo l’opposizione, rinunciando a un mandato ormai svuotato di ogni significato democratico. Insomma: non sarebbe meglio per tutti se senatori e deputati anti-maggioranza, se non in massa in numero consistente, presentassero le proprie dimissioni da un Parlamento senza più un’anima, pietrificato dalla propria vergogna, e scendessero in piazza a gridare il proprio «no» a questo regime del malaffare?
Sia chiaro: quando dico scendere in piazza non intendo incitare ad alcuna violenza: sono un democratico e un pacifista convinto. Credo però nella piazza, nella protesta, nella mobilitazione generale, soprattutto quando l’acqua arriva alla gola di un paese, come sta accadendo (o è già  accaduto?) nel nostro caso.
Viva le dimissioni, insomma. Occorre un gesto grave, di questo sono intimamente convinto. Un gesto di alta responsabilità . I piagnistei, onorevole Bersani, pur se fermi e vibranti di indignazione, non servono più a niente.

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