Il governo dimezza le stime di crescita
ROMA — Peggiorano le prospettive di crescita dell’economia, ma il governo conferma il percorso di riduzione del deficit publico, fino al pareggio di bilancio nel 2013. Quest’anno il prodotto interno lordo salirà dello 0,7% quasi mezzo punto in meno di quanto ci si aspettava a maggio (1,1%), ma il calo sarà ancor più accentuato nel 2013.
La nota di aggiornamento del Def, il documento di Economia e Finanza, approvata oggi dal Consiglio dei ministri prevede per il prossimo anno una crescita dell’economia di appena lo 0,6% (la stima precedente era dell’1,3%): un aggiustamento al ribasso che riflette le nuove stime delle istituzioni internazionali, ma anche l’impatto della maxi-manovra per anticipare il pareggio di bilancio. Un’operazione necessaria «per contrastare l’ampliamento del differenziale di rendimento sui titoli di Stato», ma che «può produrre effetti non positivi sull’attività economica nel breve periodo», dice il governo. Sottolineando che politiche «credibili» di risanamento «potranno migliorare le aspettative» e «produrre effetti positivi sulla crescita».
Fatto sta che con i due decreti estivi, ed una correzione cumulata dei conti di 59,8 miliardi di euro nel 2014 (pari a 3,5 punti di pil), la crescita si ridurrà di quasi due punti nei prossimi 3 anni. Dopo lo 0,6% del 2012, si prevede un incremento dello 0,9% nel 2013 e del’1,2% nel 2014.
Il peggioramento del quadro non modifica, tuttavia, gli impegni sul risanamento dei conti. Il deficit viene confermato al 3,9% quest’anno, all’1,6% nel 2012 e allo 0,1% nel 2013, mentre nel 2014 il bilancio sarà in attivo dello 0,2%. Anche il percorso di riduzione del debito resta invariato: il rapporto con il pil, dal 120,6% del 2011, passerà al 119,5% nel 2012, al 116,4% nel 2013 e al 112,6% nel 2014.
La manovra cambia, invece, la composizione del bilancio. L’aumento dell’Iva, le misure anti-evasione, ma soprattutto le maggiori entrate previste (tra le quali quelle che deriveranno dalla razionalizzazione dei regimi fiscali e assistenziali, per 4 miliardi nel 2012 ed altri 16 nel 2013), faranno schizzare la pressione fiscale, già a livelli record: dal 42,7% del 2011 si passerà addirittura al 43,9% nel 2013. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha detto ieri che quest’anno verranno recuperati 11 miliardi dalla lotta all’evasione e 13 miliardi nel 2012.
L’aggiornamento del Def prende atto anche della maggior crescita dei prezzi. L’inflazione al consumo, con il rincaro delle materie prime, salirà nel 2011 al 2,6%, all’1,9% nel 2012 e all’1,8% nel 2013-14. Nel documento si preannunciano tre collegati alla Legge di stabilità di fine anno sul Sud, sulle liberalizzazioni e privatizzazioni, e sulle infrastrutture, mentre ieri il governo ha approvato l’aggiornamento del piano delle infrastrutture strategiche. Rinviati, invece, i due decreti legislativi per la valutazione e la selezione delle priorità delle grandi opere.
Related Articles
Macron provoca le opposizioni: una «loi travail 2» entro l’estate
Agenda neoliberista. Il neo-presidente francese sostiene di volere cambiare il diritto del lavoro a colpi di ordinanze
«Ma noi non molliamo»
Per i metalmeccanici il mare è sempre agitato. Specie dopo il voto alla ex Bertone di Grugliasco, sono stati in molti a suonare il ritornello «la Fiom sta cedendo». I giornali confindustriali sono nettissimi al riguardo e soffiano sul fuoco di ogni possibile polemica interna.
Lagarde indagata: «Non penso a dimettermi» Accusa di negligenza nel caso Tapie I fatti risalgono al governo Sarkozy
I giudici hanno chiesto conto alla direttrice del Fondo monetario internazionale di una vicenda che risale al 2008. A quell’epoca Lagarde era il ministro dell’Economia, con Nicolas Sarkozy presidente. E in quelle funzioni autorizzò il ricorso a un arbitrato privato che fruttò 400 milioni di euro all’imprenditore Bernard Tapie