il Fondo salva-Stati nelle Banche potrebbe Imitare il Modello Fed

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Quella sera il Dow Jones registrò uno dei suoi peggiori crolli, poi al secondo passaggio il Congresso votò sì e il Tesoro Usa ricapitalizzò forzosamente le banche di Wall Street. Oggi, secondo Trichet, l’Europa è esattamente lì: dopo il primo no, ma alla vigilia del via libera successivo. Prima la Germania e i Paesi nordici sono stati riluttanti, ma ora capiscono che il fondo salvataggi europeo deve poter lavorare presto e con tutti i mezzi necessari. L’Efsf, il fondo con base a Lussemburgo, sta già  valutando varie opzioni ma è probabile che le sue prime mosse saranno riservate alle banche. Francia, Germania o Olanda possono ricapitalizzare i propri istituti da sole; per Spagna o Italia potrebbe essere necessario l’aiuto del fondo europeo, ed è già  chiaro che questo aiuto non può arrivare in modo incondizionato. Decine di miliardi di euro sarebbero trasferiti dall’Efsf ai governi, che ricapitalizzerebbero le banche. Difficile la Germania e gli altri grandi garanti dell’Efsf forniranno aiuti senza contropartite: come accaduto in Corea del Sud nella crisi del ’97, le banche dovrebbero probabilmente impegnarsi su piani di riduzione dei costi e ristrutturazioni. Molti posti di lavoro possono essere in discussione.

Si tratta di un passaggio delicato, che incide sulla concorrenza fra istituti di diversi Paesi in Europa. Ma appare inevitabile, perché la debolezza del sistema bancario europeo sta spingendo i Paesi più solidi a ricapitalizzare i propri istituti. Chi non lo facesse, sarebbe esposto a una violenta crisi di sfiducia sul mercato.

Dunque l’Efsf ha bisogno di fondi ben oltre i 440 miliardi di euro di cui dispone: dovrà  entrare nelle banche, finanziare Grecia, Irlanda e Portogallo e sostituire la Bce nel sostegno ai bond di Italia e Spagna. Per questo un’opzione sul tavolo è di adottare il modello della Federal Reserve americana nel salvataggio di Bear Stearns nel 2008: la banca centrale fornisce i fondi per gli interventi, quindi verrebbe indennizzata dall’Efsf in caso di perdite sui suoi prestiti. In alternativa il fondo salvataggi può costituirsi in banca e accedere ai prestiti illimitati della Bce per potersi finanziare. Oppure, l’Efsf potrà  garantire gli investitori sul primo 20% di eventuali perdite sui bond dei vari Paesi in crisi. Probabile che alla fine tutte queste tecniche saranno combinate fra gli strumenti del nuovo fondo salvataggi.

L’essenziale ormai è partire con le operazioni: perché tutti, persino Angela Merkel, hanno capito che il tempo è scaduto.


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