Europarlamento, il viaggio diventa un caso
STRASBURGO — La visita di oggi del premier Silvio Berlusconi alle tre principali istituzioni europee ha surriscaldato l’atmosfera dei Palazzi comunitari. Già alla vigilia, l’apertura della sessione dell’Europarlamento a Strasburgo è stata caratterizzata da critiche e polemiche, che hanno messo in visibile imbarazzo il presidente dell’Aula, il polacco Jerzy Buzek, proprio per aver fatto confermare poco prima l’incontro con il capo del governo italiano. Ma anche il presidente stabile del Consiglio dei governi, il belga Herman Van Rompuy, e quello della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso, hanno dovuto far spiegare dai portavoce le ragioni di questi incontri richiesti, secondo fonti dell’Ue, a metà della scorsa settimana da Palazzo Chigi: ufficialmente per chiarire la manovra finanziaria appena varata in Italia, ma — secondo l’opposizione di centrosinistra — per evitare l’incontro con i magistrati di Napoli, che risultava fissato per oggi.
A Strasburgo il caso è stato sollevato dall’ex premier belga Guy Verhofstadt, che come leader dei liberaldemocratici rappresenta anche l’Idv di Di Pietro e ha chiesto spiegazioni a Buzek. L’attacco più duro l’ha sferrato la co-presidente dei verdi Rebecca Harms, che ha contestato al presidente dell’Europarlamento come «inopportuno» un incontro con Berlusconi «il giorno in cui avrebbe dovuto comparire davanti a un tribunale». Il leader dei socialisti, il tedesco Martin Schulz, che ebbe un clamoroso scontro con Berlusconi proprio a Strasburgo nel 2003 (dopo essersi sentito definire «Kapò»), è rimasto in silenzio. Ma dai banchi del suo gruppo hanno applaudito le contestazioni dei liberali e dei verdi. Il capogruppo del Pdl Mario Mauro ha difeso la visita del premier che «simpatico o antipatico che possa risultare, è il presidente del Consiglio di un Paese fondatore dell’Ue, che è in Europa per la sua storia e per il ruolo esercitato nella difesa della democrazia». Mauro ha accusato la Harms di «tono intimidatorio» e i verdi di «non poter dare patenti di democrazia». Buzek, viste altre mani alzate per intervenire sull’argomento, ha esortato a chiudere le polemiche garantendo che quella di oggi è solo una «visita di cortesia», non ufficiale, a cui potrà dedicare «un paio di minuti» a causa di altri impegni. Palazzo Chigi, poco dopo, ha confermato che Berlusconi porterà solo «un saluto di cortesia» a Buzek dopo l’incontro ufficiale con Barroso e ha definito «strumentali» le polemiche sollevate dagli eurodeputati. Ma il leader dei Verdi Daniel Cohn-Bendit ha annunciato che stamattina tornerà alla carica. Anche Schulz dovrebbe prendere posizione per fugare i dubbi di opportunismo, visto che oggi deve annunciare la sua candidatura alla presidenza dell’Europarlamento in base a un accordo spartitorio con il Ppe (l’europartito a cui aderisce il Pdl).
A Bruxelles militanti locali del Pd hanno annunciato una manifestazione di protesta davanti alla sede del Consiglio di Van Rompuy in contemporanea con la visita di Berlusconi. Al termine il premier volerà a Strasburgo per incontrare alle 16 Barroso, che è lì per la riunione della Commissione all’interno dell’Europarlamento. Buzek lo attende alle 17.30. Van Rompuy ha fatto sapere di considerare normale la consultazione con il premier italiano e ha ricordato che nel pomeriggio si recherà a Parigi per un colloquio con il presidente Nicolas Sarkozy. Barroso ha definito l’incontro con Berlusconi uno dei suoi «contatti regolari» con i governi in «una delle poche date disponibili» per i suoi impegni di numero uno della Commissione. Verhofstadt in Aula ha sollecitato di chiedere a Berlusconi di presentare la manovra anche davanti alla commissione economica dell’Europarlamento, come fanno in genere i capi di governo in questi casi e «come fece il premier greco Papandreou». La proposta ha trovato consensi nel centrosinistra e nel centrodestra. Mauro si è detto sicuro della disponibilità del premier davanti a un invito del genere. Ma l’aria a Strasburgo rischia di restare surriscaldata durante la visita di Berlusconi, anche per alcuni malumori trapelati informalmente dalla delegazione tedesca del Ppe a causa di voci su presunti commenti «politicamente scorretti» sulla cancelliera Angela Merkel. «Può essere che Berlusconi voglia essere qui per essere il primo a congratularsi con Schulz…», ha ironizzato l’eurodeputato Werner Langen, compagno di partito della Merkel, provocando risate bipartisan nell’Aula di Strasburgo.
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