Egitto, fronte comune contro la Auc

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A dividere gli studenti ed i lavoratori tecnici ed ausiliari della American University in Cairo (Auc) ci sono le rigide barriere di classe della società  egiziana che si traducono in enormi differenze di reddito. Eppure le due categorie stanno riuscendo a fare fronte comune contro l’amministrazione dell’ateneo di elite in uno sciopero che chiede al contempo una diminuzione delle rette universitarie ed un aumento dello stipendio dei lavoratori.
La protesta è cominciata due settimane fa a seguito del malcontento per l’aumento del ticket di parcheggio per gli studenti che oltre alle rette devono coprire di tasca loro differenti servizi, dal bus navetta, al costo di dispense e libri, fino all’accesso ai servizi sportivi. A questa prima richiesta se ne sono aggiunte presto altre, tra cui un taglio del 9% alle rette universitarie, ed uno stop ad ogni interferenza sull’attività  politica degli studenti. Ma il momento decisivo per la protesta, è stato quando si sono aggiunti i lavoratori della sicurezza, i custodi ed i giardinieri dell’ateneo, che si lamentano di stipendi miseri, contratti a breve termine, turni di 14 ore e licenziamenti arbitrari e chiedono un salario minimo mensile di 2.000 lire egiziane: 240 euro.
Sit-in tra i palmeti
Per fare sentire la loro voce i manifestanti hanno dato vita a sit-in ed assemblee nelle piazzette del nuovo campus della Auc, costruito nel deserto alla periferia della capitale egiziana, con palmeti ed edifici in stile neo-mammelucco. Ogni giorno cortei rumorosi fanno la spola tra le due principali entrate del complesso invitando studenti e lavoratori ad unirsi alla protesta. La presidentessa dell’università , la scienziata politica Lisa Anderson, all’inizio ha reagito con nervosismo alla protesta, accusando i manifestanti di essere «maleducati e indisciplinati». Poi si è detta disponibile al dialogo, e ha presenziato ad un forum indetto dai manifestanti giovedì scorso, salvo darsela a gambe alla prima avvisaglia di contestazioni. Per tutta risposta un gruppo di studenti ha ammainato la grande bandiera a stelle e strisce che campeggia all’entrata principale del campus, per poi restituirla tutta intera e ben piegata ad uno dei segretari della Anderson. «La Anderson non rispetta i valori di libertà  e democrazia incarnati da quella bandiera», è stata la spiegazione del presidente del sindacato studentesco della Auc Ahmed Alaa. La prossima settimana potrebbe essere decisiva per la protesta. La Anderson continua ad insistere che i soldi non ci sono, dato che il bilancio dell’ateneo è in deficit. Ma i manifestanti non sono convinti dalle cifre ufficiali e chiedono trasparenza. Se non venissero accolte le loro domande per la American University si profilerebbe una fase di blocco prolungato, che poco gioverebbe all’immagine degli Stati Uniti per cui la Auc ha costituito sin dal 1919, quando è stata fondata, un formidabile canale di influenza sulle classi dirigenti dell’Egitto e di tutto il Medio Oriente.


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