E Saint-Tropez rischia la bancarotta per i mutui agganciati alla divisa elvetica
PARIGI – Era considerata come la moneta stabile, la sicurezza assoluta. Ma ora il franco svizzero, con la sua impennata inarrestabile, rischia di travolgere i conti di alcune piccole città francesi. Nei primi anni Duemila, molte amministrazioni locali hanno infatto contratto mutui e prestiti con tassi variabili agganciati al cambio tra euro e franco svizzero. Allora sembrava la garanzia migliore sul lungo periodo. Ma negli ultimi mesi lo scenario è drasticamente cambiato. Alcuni comuni devono pagare rate dal valore quintuplicato. Persino la ricca Saint-Tropez è in difficoltà . La città più chic della Costa Azzura ha infatti aderito nel 2007 al programma “Helvetix” del Crédit Foncier, indebitandosi per 6,7 milioni di euro. Il tasso inizialmente fissato a 3,94% rischia di arrivare al 30% l’anno prossimo. «E’ diventata una follia» racconta Verane Guérin, consigliere di Saint-Tropez. «Rischiamo di andare in bancarotta». La decisione della Banca nazionale svizzera di fissare un corso minimo di 1,20 franchi per un euro è stata accolta con sollievo, ma l’incertezza rimane. Nei contratti-capestro sono inserite delle clausole che impediscono o rendono molto onerosa l’estinzione del mutuo.
Questi prodotti finanziari “strutturati” particolarmente rischiosi sono stati vietati nell’amministrazione pubblica dall’anno scorso. Ma secondo la Corte dei Conti rappresentano ormai il 17% dei debiti contratti dagli enti locali francesi, una somma compresa tra 12 e 20 miliardi di euro. Non solo, ci sarebbero anche altri enti e strutture pubbliche con questi prestiti “tossici”, alcuni agganciati al cambio dollaro/yen. «Abbiamo creduto a Babbo Natale» ammette il sindaco di Saint-Etienne, Maurice Vincent. Il suo comune è riuscito a diminuire la percentuale dei prestiti a tasso variabile legati al franco svizzero dal 70 al 34%. Nonostante questo sforzo, la città continua a soffrire della corsa al rialzo della moneta elvetica. Il socialista Vincent ha anche scritto al presidente Nicolas Sarkozy per chiedergli di intervenire sugli istituti che hanno lanciato questi prestiti come Dexia, Natixis e Crédit Foncier. Una sessantina di amministrazioni locali si sono costituite in un’associazione nazionale che adesso fornisce un aiuto tecnico per tentare di risolvere la loro situazione finanziaria. Altri comuni si sono rivolti alla giustizia, finora inutilmente. Su questi mutui è stata anche aperta un’indagine parlamentare. Il rapporto sarà presentato entro dicembre.
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