Di Pietro e Vendola, pressing sul Colle “Investa le Camere del caso-premier”

by Sergio Segio | 19 Settembre 2011 7:03

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ROMA – La gravità  della situazione è tale e il governo così screditato, con un premier allo sbando, che «è arrivato il momento». Il “momento”, di cui parla nell’editoriale di ieri su Repubblica Eugenio Scalfari, è quello di chiedere al presidente Napolitano di investire il Parlamento del caso Berlusconi. Magari con un messaggio proprio alla maggioranza. Un appello che Di Pietro sposa in pieno, così come Vendola. Mentre per il Pd, per l’Udc e per Fli, le forze politiche devono mantenere massima cautela e confidare nella «saggezza e nello scrupolo costituzionale e istituzionale del capo dello Stato».
Va all’attacco il leader di Idv, Di Pietro: «Facciamo nostro l’appello di Scalfari, ovviamente non possiamo chiedere al presidente della Repubblica un atto incostituzionale, ma neppure accettare di arrivare al 2013, a fine legislatura, con un governo in piedi solo per non andare a votare». Rincara Vendola, il presidente di Sel: «Scalfari dà  voce a un pensiero collettivo perché c’è un cortocircuito tra Palazzo Chigi e il resto del mondo che sta risucchiando onore e credibilità  all’Italia. Proviamo tutti vergogna. Servono gesti straordinari per indicare la bonifica necessaria e una lettera alla Camere o un messaggio va in questa direzione». Anche il “Futurista”, il quotidiano online finiano, commenta: «Non possiamo non dare ragione a Scalfari…».
Giorgio Ruffolo, l’economista ex ministro, apre la fila di coloro che si affidano a Napolitano evitando pressing: «Il presidente sa perfettamente qual è il suo ruolo e la sua funzione, sa quello che fa». E il segretario del Pd, Bersani (che conversando aveva detto cose simili) invoca però prudenza. Chiama piuttosto alla riscossa le forse sociali: chiedano le dimissioni di Berlusconi perché non si debba dire con De Andrè “avevate voci potenti, adatte a dire… (vaffa’) e siete rimasti zitti». Dario Franceschini, il presidente dei deputati democratici, è dell’opinione che i partiti non debbano mettere il cappello sull’appello. «Il presidente Napolitano deciderà  per il meglio; conosce la gravità  della situazione; agirà  nella sua responsabilità », gli fa eco Luigi Zanda.
«In un paese appena normale le aule del Parlamento avrebbero già  aperto una discussione sul sistema Tarantini e la credibilità  del premier», commenta Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera, e annuncia che alla conferenza dei capigruppo nei prossimi giorni proporrà  di calendarizzare un dibattito in aula. L’udc Roberto Rao: «Non ha torto Scalfari ma Napolitano non ha bisogno di sollecitazioni ulteriori. Il capo dello Stato è presente, vigile, attento».

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